L’importo della pensione dipenderà da alcune variabili come l’età anagrafica, i contributi accumulati e il coefficiente di trasformazione.
Sentiamo spesso dire che in Italia gli importi della pensione sono bassi rispetto al costo della vita e che andando avanti la situazione peggiorerà. Qual è la causa di questo disagio?
I pensionati che decidono di trasferirsi all’estero sono tantissimi. In Italia non riescono a vivere una vita dignitosa perché l’entrata mensile è troppo bassa. Di conseguenza scelgono di lasciare la penisola e trasferirsi in una nazione più vantaggiosa. Non bisogna andare molto lontani, c’è l’Albania, ad esempio, oppure Malta. Il problema sembra essere destinato a peggiorare, si prevede che il divario tra stipendio e pensione sarà sempre più ampio.
Questo a causa della precarietà del lavoro, dei pochi contributi che si riusciranno a maturare e dei nuovi coefficienti di trasformazione che saranno applicati al montante contributivo. Ad infierire pesantemente sull’importo della pensione il sistema di calcolo contributivo applicato a chi ha iniziato a lavorare dopo il 1° gennaio 1996 e a chi decide di uscire con determinati scivoli (Quota 103 oppure Opzione Donna). Ma come funziona questo conteggio?
L’importo della pensione dipende dall’età di pensionamento e dai contributi accumulati
Il sistema di calcolo contributivo è meno conveniente rispetto al sistema misto e retributivo perché prende come riferimento il numero dei contributi maturati e non la retribuzione. In più applica al montante contributivo un coefficiente di trasformazione che varia in base all’età di uscita dal mondo del lavoro. Più si attenderà il pensionamento più sarà vantaggioso tale coefficiente. Ad un coefficiente di trasformazione più alto, nello specifico, corrisponderà un assegno pensionistico di importo maggiore.
Qui si affaccia un problema. Ogni due anni i coefficienti vengono rivisti tenendo conto dell’andamento della speranza di vita. Significa che aumentando la speranza di vita si incrementerà la durata del periodo di godimento della pensione da parte dei lavoratori. Di conseguenza, per garantire un corretto funzionamento del sistema contributivo si procederà con la riduzione dell’ammontare degli assegni e i coefficienti diventeranno più svantaggiosi.
Si prevede che tale cambiamento in negativo avverrà nel 2025. Dopo il Covid, le aspettative di vita sono nuovamente in crescita. Chi può già andare in pensione, dunque, è bene che rifletta bene sull’invio immediato della domanda per non rischiare di ritrovarsi il prossimo anno con un assegno pensionistico di importo inferiore a causa delle modifiche ai coefficienti di trasformazione. Oggi il coefficiente per il pensionamento a 67 anni (pensione di vecchiaia) è del 5,723%, nel 2025 chissà.