Se hai ricevuto una cartella esattoriale non devi farti prendere dallo sconforto. Ecco i tempi tecnici per evitare il pignoramento.
Quando si riceve una cartella esattoriale, il primo pensiero è sicuramente di sconforto. Si teme, infatti, di subire, in brevissimo tempo, un pignoramento dei propri beni. Ma la legge parla chiaro: ecco quanto tempo deve passare dalla notifica della cartella esattoriale fino al potenziale pignoramento.
Si riceve una cartella esattoriale quando si hanno delle pendenze con il Fisco o, comunque, con lo Stato. Non si è necessariamente dei criminali. Moltissime volte – e soprattutto nei tempi che viviamo – si è letteralmente impossibilitati ad adempiere ai pagamenti. In questo caso, purtroppo, la giustizia amministrativa deve fare il proprio corso. Ma questo non significa che la ricezione di una cartella esattoriale sia il termine ultimo verso la catastrofe del pignoramento.
Ricordiamo, infatti, che c’è sempre tempo per evitare il peggio. Il processo di pignoramento dei beni di un contribuente, che può includere conti correnti, immobili e altri beni mobili, non è immediato dopo la ricezione di una cartella esattoriale. Questo periodo di attesa offre al debitore diverse opportunità per regolarizzare la propria posizione.
Pignoramento, dopo quanto tempo dalla notifica della cartella esattoriale?
Una cartella esattoriale inviata dall’Agenzia delle Entrate ha una validità di un anno. Se entro questo periodo non viene eseguito alcun pignoramento, l’Agenzia deve inviare una nuova notifica di intimazione di pagamento prima di poter procedere con l’esecuzione forzata.
Dopo la notifica della cartella, il fisco ha il potere di avviare il pignoramento sui beni del debitore, compresi conti correnti e immobili, rispettando i limiti legali sul pignoramento dello stipendio. Tuttavia, questo non è un processo automatico e può passare molto tempo prima che il pignoramento venga effettivamente avviato. Il pignoramento non può avvenire prima di 60 giorni dalla notifica della cartella esattoriale.
In quest’arco di tempo, il contribuente può saldare l’importo dovuto oppure chiedere di rateizzare il debito. Non solo. Ovviamente, come per ogni provvedimento, il contribuente ha il diritto di impugnare l’intimazione di pagamento davanti all’autorità giudiziaria. Se il pagamento o il ricorso non avvengono entro questi 60 giorni, dopo ulteriori 30 giorni l’Agenzia delle Entrate assume la gestione del recupero crediti.
La prescrizione della cartella esattoriale varia in base al tipo di debito: 10 anni per le imposte statali, mentre 5 anni per le imposte locali, le sanzioni amministrative e penali, gli interessi e i contributi Inps e Inail.