Stipulare un contratto d’affitto è considerata una routine, ma si può facilmente incorrere in diversi errori, ecco come evitarli.
Il mercato degli affitti è generalmente molto più dinamico rispetto a quello delle compravendite. Indipendentemente dal budget mensile di una famiglia, infatti, la scelta della residenza in un appartamento non di proprietà può essere dettata da numerosi fattori. Pensiamo agli studenti fuori sede, a chi si sposta spesso per lavoro, a chi desidera vivere per un certo periodo in una città prima di acquistarvi una casa.
I contratti di affitto sono regolati da diverse normative che vanno a tutelare sia i proprietari che gli inquilini, ma gli esperti consigliano di prestare attenzione ad alcuni errori madornali che si possono commettere da entrambe le parti, anche ingenuamente. Ecco dunque a cosa prestare attenzione, in particolar modo se si parla di contratti concordati, una formula che porta vantaggi sia al locatario che al locatore.
Un contratto a canone concordato si distingue dalle altre tipologie perché offre alcuni vantaggi a entrambe le parti cioè proprietario e inquilino. Questi paga una cifra mensile inferiore rispetto alle medie del mercato, mentre il proprietario gode di sgravi e/o agevolazioni fiscali. Possono essere diverse le casistiche in cui si sceglie di stipulare un contratto a canone concordato, ovvero in caso di accordo transitorio (affitto di massimo 18 mesi senza rinnovo), contratto per studenti fuori sede (fino a un massimo di 36 mesi e con un solo rinnovo) oppure contratto 3+2 con rinnovo di 2 anni.
In tutte queste casistiche, però, sussistono dei possibili rischi. A elencarli, le associazioni di categoria come Unioncasa. Il primo errore in cui si rischia di cadere è di firmare un contratto a canone concordato salvo poi scoprire che si tratta di un contratto standard, che quindi varia per costo del canone e anche per durata, che diventa 4+4 invece che 3+2. Il secondo errore che si commette è spesso quello di non chiedere alle associazioni di categoria l’attestato di conformità di questo tipo di contratto, che è obbligatoria. Sempre riguardo alle conformità, il proprietario dell’immobile non può far sottoscrivere un contratto se prima non ha fatto redigere l’APE.
Nel contratto a canone concordato, poi, è necessario specificare la casistica per cui è stato scelto e inoltre deve riportare l’indicazione che non può essere rinnovato. Se non presenta queste caratteristiche si tratta di un contratto non regolare. Se siamo in presenza di contratto a studenti fuori sede, bisogna sapere che quello concordato può essere attivato solamente se gli studenti risiedono a più di 100 km di distanza. In sintesi, il contratto d’affitto a canone concordato deve seguire un certo iter e all’interno non vi si possono inserire clausole “vessatorie”. Se il documento non è in linea con quanto disposto dalle associazioni di categoria è pressoché nullo.
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