Si può davvero raggiungere il traguardo della pensione a 60 anni: la soluzione suggerita dall’INPS aiuta i lavoratori a ritirarsi prima dal lavoro.
Se il sistema previdenziale italiano è così in difficoltà è anche perché fino a qualche anno fa molti lavoratori riuscivano ad andare in pensione, senza problemi, prima dei 60 anni. C’era chi lavorava dieci anni, dopodiché riusciva già a ritirarsi dalla vita lavorativa. Ecco perché allo Stato mancano i fondi per gestire il sistema e perché l’INPS ha già annunciato che nei prossimi anni la situazione potrebbe diventare ancora più complicata.
Ciononostante, chi oggi ha 60 anni potrebbe affrontare una situazione particolarmente vantaggiosa ed essere messo di fronte alla possibilità di lasciare il lavoro subito, già nel 2024. Il caso riguarda coloro che possono sfruttare una soluzione prevista dalla normativa vigente. Le regole attuali prevedono infatti diversi canali di uscita anticipati rispetto alla soglia dei 67 anni (con 20 anni minimi di contributi) valida per la pensione di anzianità.
Può per esempio andare prima in pensione anche chi perde il lavoro per cause non imputabili alla propria volontà. Ciò è possibile grazie alla NASpI, l’indennità di disoccupazione che lo Stato concede per un periodo fino a due anni a chi ha perso il lavoro. Ma in che modo tale beneficio può rivelarsi vantaggioso per coloro che sono stanchi di lavorare?
In pensione già a 60 anni… tutto grazie alla disoccupazione!
Con la contribuzione figurativa inclusa nella NASpI è possibile completare il percorso contributivo necessario per accedere a misure pensionistiche specifiche, come la quota 41 per i lavoratori precoci, prevista anche per il 2026. Secondo quanto spiegato dall’INPS, la contribuzione figurativa accreditata in seguito alla percezione della disoccupazione è valida sia per il raggiungimento del diritto alla pensione di vecchiaia che per le misure di pensionamento anticipato. Ma anche per il calcolo della stessa prestazione pensionistica.
Quindi, un sessantenne di oggi andato incontro al licenziamento potrebbe riuscire senza troppi problemi a beneficiare prima dell’indennità di disoccupazione per poi arrivare direttamente alla pensione nel 2026. Il licenziamento, dunque, anche se temporaneo, potrebbe facilitare l’uscita definitiva dal lavoro con l’accesso alla pensione.
Va però considerato che chi perde il lavoro dovrà accontentarsi di entrate più basse: l’importo della NASpI, secondo quanto stabilito dalla normativa, diminuisce dopo i primi sei mesi, con una riduzione costante e continua del 3% al mese. Per un annetto, insomma, bisognerà affrontare la vita con entrate un po’ ridotte.
L’uscita anticipata per i disoccupati a 60 anni è dunque possibile nel caso in cui si possa sfruttare la NASpI e qualora si possa rientrare in un piano di pensione anticipata. Le pensioni anticipate valide sono quota 103, quota 41, Opzione donna e APE sociale. Ognuno di questi canali di uscita si rende disponibile a diverse categorie di lavoratori. Si va dai lavoratori precoci ai dipendenti che hanno svolto attività gravose, dai caregiver agli invalidi.