In che modo è possibile effettuare in modo accurato il calcolo della retribuzione legata ai permessi 104? Gli elementi ‘chiave’ da considerare.
Quando si accede alla legge 104 sia la persona con disabilità grave che l’eventuale caregiver possono ottenere una serie di benefici non soltanto dal punto di vista economico ma anche legati all’aspetto lavorativo. Tra questi troviamo la possibilità di sfruttare specifici permessi legati alla 104, svincolati dagli altri permessi previsti per legge e retribuiti.
Per fare un esempio i caregiver familiari possono, sulla base dell’articolo 33, beneficiare di tre giorni di permesso mensile non soltanto retribuiti ma coperti interamente dalla contribuzione figurativa. Come è possibile calcolarne la retribuzione ad essi legata e per essi corrisposta? Ecco una serie di elementi che occorre tenere in considerazione.
Vi è un elemento legato a doppio filo alla retribuzione dei permessi 104. Si tratta delle componenti fisse nella busta paga del lavoratore ma occorre tener conto, in quanto incide sul calcolo dell’indennità, anche del superminimo. Ricordiamo anzitutto che i permessi potranno essere goduti sotto forma di intera giornata oppure essere suddivisi in ore con retribuzione prevista, in quest’ultimo caso, in maniera proporzionale a quella giornaliera totale.
Sono diverse le componenti che vanno ad influenzare l’indennità dei permessi 104. Si tratta di tutte le parti della retribuzione che danno diritto alla contribuzione figurativa. Inoltre è importante sottolineare che viene garantita la tredicesima mensilità anche con i permessi 104. Pur godendone, dunque, non si perde il diritto a riceverla e il calcolo di questa extra retribuzione verrà effettuato come se i caregiver fossero stati sul luogo di lavoro. Ne deriva che gli importi non subiranno, in seguito all’assenza per permessi, alcun tipo di riduzione. Questo a patto che il lavoratore abbia superato il numero minimo pari a 16 giorni di lavoro al mese.
Ricordiamo ancora che i permessi retribuiti per la legge 104 sono un diritto di tutti quei lavoratori che forniscono assistenza ad un familiare stretto con una disabilità grave riconosciuta e certificata. Questo diritto riguarda i coniugi o altri parenti entro il secondo grado, fino al terzo solo nel caso in cui si verifichino specifiche condizioni. Il fatto di poter frazionare in ore i tre giorni di permesso consentirà ai lavoratori di sfruttarli in maniera più adattabile sia alle loro specifiche necessità che a quelle del disabile che assistono.
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