Cosa succede se l’assegno di mantenimento viene versato in ritardo o non lo si paga? Ecco come interviene la legge in queste situazioni.
L’entità dell’assegno di mantenimento viene definita in sede giudiziale e ha lo scopo di contribuire al sostentamento dell’ex coniuge e dei figli. Si tratta di una somma di denaro da corrispondere mensilmente e rappresenta un obbligo definito per legge dall’apposito provvedimento di separazione, qualora una coppia venga a ‘rompersi’.
Essa fa capo ai dettagli dell’accordo che i due ex coniugi hanno trovato in merito alla casa coniugale e all’affidamento della prole e prevede il rispetto delle scadenze previste. Che cosa succede, dunque, qualora l’assegno di mantenimento venga versato in ritardo rispetto a tali scadenze oppure non venga proprio pagato? Ci sono delle conseguenze che è bene conoscere.
Assegno di mantenimento in ritardo o non pagato: cosa succede
Come dicevamo è il tribunale a stabilire che questo contributo debba essere versato mensilmente nonché l’importo che dovrà essere corrisposto e omettere di pagarlo rappresenta un atto non legale. Infatti si commette, in tal caso, il reato di violazione degli obblighi di assistenza familiare rischiando di andare incontro ad una responsabilità sotto il profilo penale dal momento che questa cifra serve per consentire all’ex coniuge che non lavora e non ha redditi propri nonché ai figli dell’ex coppia di poter provvedere alle primarie necessità quotidiane.
Corrispondere in ritardo la somma oppure versare solo una parte di quanto previsto a causa di difficoltà economiche non comporterà però una responsabilità penale. Il mancato pagamento dà invece luogo ad una sanzione, come previsto dal Codice penale, compresa tra 103 e 1032 euro nonché la reclusione fino ad un anno. Se però la condotta è reiterata nel tempo ovvero nel caso della ripetuta violazione del provvedimento del giudice scatta anche la responsabilità penale.
Questo perché la famiglia viene lasciata senza mezzi economici per vivere. Sarà possibile da parte del beneficiario dell’assegno presentare una querela alla polizia, ai carabinieri oppure alla Procura della repubblica. Con la possibilità di costituirsi parte civile nell’eventuale processo e richiedere un risarcimento danni. Nel caso in cui il reato riguardi i figli minori non servirà presentare querela e si agirà d’ufficio.
I rischi sono molteplici: dal pignoramento dei beni ad un ordine di pignoramento per il versamento delle somme dovute, dal ritiro del passaporto all’iscrizione dell’ipoteca giudiziale sull’immobile fino ad una richiesta di affido esclusivo della prole.