Nonostante i proclami della maggioranza, la riforma Fornero sembra destinata a perdurare come sistema previdenziale principale anche nel 2025.
In campagna elettorale, Lega e FdI avevano promesso la cancellazione della riforma Fornero. Ma, conti alla mano, il Governo guidato da Giorgia Meloni non sembra nelle condizioni di poter introdurre un’alternativa e, di fatto, ha smesso anche di pianificare una nuova riforma del sistema previdenziale. La riforma delle pensioni che prende il nome dall’ex ministro del Governo Monti, Elsa Fornero, fu introdotta nel 2011. E si è trattato di una novità epocale per il Paese.
La riforma ha apportato enormi cambiamenti al sistema pensionistico italiano attraverso modifiche pensate e poi adottate per contenere la spesa pubblica per le pensioni e garantire un po’ di stabilità finanziaria al sistema pensionistico nazionale nel lungo periodo.
Con la riforma Fornero gli italiani hanno dovuto così dire addio al precedente sistema retributivo per imparare ad avere a che fare con un metodo al 100% contributivo, cioè basato sui contributi versati durante la carriera. La riforma del 2011 introdusse anche una sola pensione anticipata, che di fatto cessava il sistema delle quote, adeguando alla speranza di vita i requisiti di accesso alla pensione.
Il Governo Meloni ha provato ad andare oltre la Fornero introducendo Quota 41, che però non ha retto. Il sistema di uscita pensato dall’esecutivo permetteva di andare in pensione a 62 anni con un accumulo contributivo di 41 anni. Ma, oltre a non essere sempre conveniente per i lavoratori, il sistema si è rivelato poco chiaro e troppo dispendioso. Quindi non sarà riproposto nella prossima legge di Bilancio.
La Lega, che in campagna elettorale aveva promesso ai suoi elettori di cancellare subito la legge Fornero, oggi sembra aver rivalutato la vecchia riforma: esponenti del Carroccio hanno infatti dichiarato che il sistema Fornero ha di fatto migliorato la sostenibilità del sistema pensionistico e garantito una maggiore equità tra le generazioni. Anche in base a tale dietrofront, è molto probabile che il Governo continui a lavorare all’interno del quadro della riforma Fornero piuttosto che cancellarla. Anche dall’INPS arrivano indicazioni chiare: per ora non è possibile fare senza il sistema Fornero.
Uno degli effetti immediati nel 2025 della riforma Fornero sarà un taglio delle pensioni. Gli effetti della legge del 2011 si faranno infatti sentire per chi lascerà il lavoro dal gennaio 2025, e questo per via del meccanismo che adegua i criteri di calcolo dell’assegno ogni biennio in base alle aspettative di vita. Il sistema, in realtà, fu introdotto già prima della Fornero, e cioè nel 1996, dalla legge Dini con l’obiettivo di rivedere al ribasso il coefficiente di trasformazione che si usa per ottenere l’importo di pensione a partire dall’ammontare dei contributi versati.
Nell’ultimo biennio, però, i coefficienti di trasformazione sono stati incrementati per effetto della riduzione delle speranze di vita causata dallo scoppio della pandemia. Ora i coefficienti torneranno a salire. Di conseguenza le pensioni si abbasseranno e si alzerà anche l’età media per poter uscire dal lavoro.
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