REIS e Dote Educativa si propongono di colmare il vuoto lasciato dall’abolizione del Reddito di Cittadinanza. Ecco i requisiti.
L’Italia si trova a dover combattere, da tempo, una crisi economica non di poco conto. Il nostro Paese sconta il prezzo di un’inflazione galoppante che ha eroso e sta erodendo il potere d’acquisto dei cittadini. L’eliminazione di alcuni sussidi, quali il Reddito di Cittadinanza, non ha di certo agevolato. Ora, però, alle famiglie in difficoltà arrivano REIS e la Dote Educativa. Sussidi importanti, per fronteggiare la crisi economica.
E sono tante le famiglie italiane in grandi difficoltà economiche. Gli ultimi mesi hanno visto salire a dismisura alcune spese di fatto obbligatorie. A cominciare dal costo dell’energia, con bollette di luce e gas sempre più gonfie. E a poco sono serviti i trucchi per provare a risparmiare con comportamenti virtuosi. Non solo, il listino dei carburanti è sempre più pesante sui bilanci familiari. In alcune stazioni di rifornimento, diesel e benzina superano abbondantemente i due euro al litro.
Ma ciò che preoccupa di più è l’aumento dei generi alimentari e di prima necessità, che impediscono a milioni di cittadini, soprattutto a determinate latitudini, una vita dignitosa. Recentemente il Governo ha istituito la Social card, un bonus da 460 euro che le famiglie indigenti potranno spendere per la spesa tra la fine del 2024 e i primi mesi del 2025. Non si tratta, comunque, dell’unica misura su cui le famiglie che rientrano in determinati limiti di ISEE potranno contare. Oggi parliamo di REIS e Dote Educativa, due aiuti che possono salvare tante vite.
REIS e Dote Educativa per le famiglie in difficoltà
Come accennato, il Governo Meloni, tra i primi atti della propria azione, ha eliminato il Reddito di Cittadinanza, la misura vessillo del Movimento 5 Stelle che, al netto di disfunzioni e ruberie, aveva dato conforto, in questi anni, a milioni di italiani. REIS e Dote Educativa vogliono fare, in un certo senso, proprio le veci del Reddito di Cittadinanza.
Ci troviamo in Sardegna, dove i cittadini in difficoltà economica possono contare, già dal 2017 del REIS, il Reddito di Inclusione Sociale. Uno dei requisiti fondamentali è che siano residenti sull’Isola da almeno 24 mesi. Il Reis è stato istituito grazie a una legge regionale approvata nell’agosto 2016 dal Consiglio regionale a maggioranza centrosinistra. Si tratta di un supporto mensile che varia tra i 200 e i 500 euro, indipendentemente dall’Isee, o sotto forma di buoni acquisto.
In cambio, i beneficiari devono partecipare a progetti di reinserimento sociale personalizzati. Nei primi tre anni, il Reis è stato finanziato con oltre 30 milioni di euro annui. Una misura ampiamente battuta sul territorio regionale, se si pensa che, solo nel 2023, il Comune di Cagliari ha accolto 1.346 domande per il Reis e ne ha respinte 675.
Negli anni, le linee guida del REIS sono cambiate e oggi stabiliscono che l‘Isre (la componente reddituale dell’Isee) non deve superare i 6.000 euro per famiglia. Inoltre, il patrimonio immobiliare, esclusa la casa di abitazione, non deve superare i 40.000 euro e il patrimonio mobiliare deve essere inferiore a 8.000 euro. L’importo massimo erogabile mensilmente è di 1.100 euro, destinato a coprire spese essenziali come affitto, utenze, istruzione e socializzazione dei minori. È prevista la revoca del beneficio se i fondi vengono utilizzati per acquisti non consentiti, come tabacco, alcol o gioco d’azzardo.
Accanto a questa misura, per le famiglie con bambini, sono previsti percorsi di sostegno alla genitorialità e una ‘dote educativa’, che include beni e servizi per contrastare il digital divide e promuovere opportunità culturali e scolastiche. È inoltre previsto un premio di 150 euro per ogni figlio che ottiene voti alti a scuola. In tutto sono stati riprogrammati 7,8 milioni di euro di risorse non spese dai Comuni negli anni precedenti.