Antiacidi è davvero sicuro utilizzarli? Arriva lo studio che svela una realtà sconcertante

È sicuro utilizzare gli antiacidi ogni volta che abbiamo bruciore di stomaco? Ecco la risposta sconcertante che arriva dallo studio.

Contro il bruciore allo stomaco spesso sono prescritti gli antiacidi per poter risolvere il problema. C’è anche chi li assume in maniera più duratura per combattere malattie come il reflusso gastroesofageo, una forma cronica di reflusso acido, ma ci sono dei rischi che in pochi conoscono.

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Antiacidi è davvero sicuro utilizzarli? Ilciriaco.it

Cosa succede al corpo quando vengono assunti gli antiacidi? A quanto pare questi farmaci, che hanno il potere di lenire il bruciore di stomaco e far sentire meglio, hanno però un effetto indesiderato. Secondo alcuni studi infatti questi medicinali porterebbero a conseguenze decisamente pericolose: ecco di cosa si tratta.

Antiacidi fanno bene o fanno male? Ecco la risposta che stravolge tutto: lo studio

I medicinali prescritti per ridurre l’acidità di stomaco sono inibitori della pompa protonica. In sostanza si legano alle pompe protoniche, proteine dello stomaco che rilasciano i componenti acidi detti protoni, impedendone la secrezione. Vengono quindi applicate quando si ha reflusso acido, ovvero l’acido risale l’esofago causando un bruciore allo stomaco.

Gli antiacidi agiscono anche per malattie croniche come il reflusso gastroesofageo (GERD) ma anche le ulcere gastriche e intestinali. Ebbene nonostante venga prescritto da medici, il consumo di queste sostanze ha effetti cancerogeni.

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Arriva lo studio che svela una realtà sconcertante-Ilciriaco.it

Secondo un recente studio l’uso prolungato di antiacidi, superiore a tre mesi, porta a un rischio di cancro allo stomaco decisamente più elevato. Secondo gli studiosi, come rivela il sito Mdpi.com, infatti l’utilizzo per un anno e per tre anni di antiacidi conduce all’aumento di 1,5 e 2,4 volte di contrarre il cancro allo stomaco. L’utilizzo di questi medicinali, detti IPP, è associato quindi a meccanismi che contribuirebbero allo sviluppo del tumore.

In sostanza questi farmaci possono compromettere la salute del microbioma intestinale. La loro azione va a modificare, aumentandolo, il pH del contenuto dello stomaco. Questo va a stimolare la gastrica, un tipo di proteina nello stomaco, che aumenta l’attività cellulare e il rischio di cancro. Gli effetti collaterali non finiscono qui, infatti l’aumento del ph acido nello stomaco conduce anche a problemi intestinali, carenze nutrizionali, indigestione e proliferazione batterica.

Un’alternativa a questi antiacidi ovvero gli IPP sono i bloccanti H2 che hanno una durata di diverse ore e i loro effetti sono meno invasivi. I primi si attivano dopo diverse ore, ma hanno una durata pari a circa 3 giorni quindi restano in circolo nel corpo per molto più tempo.

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