Come e quali possibili abusi edilizi possono essere sanati dopo l’approvazione del Decreto Salva Casa? Tutte le novità per il 2024.
Con il Decreto Salva Casa sono state aggiunte tutta una serie di nuove regole relative al condono edilizio ovvero alla possibilità di andare a sanare alcune specifiche tipologie di abusi edilizi. Una vera e propria sanatoria circoscritta ad una serie di interventi effettuati all’interno dell’abitazione, piccoli lavori di trasformazione interna che però non sono stati a suo tempo denunciati.
L’obiettivo del Governo non è dunque quello di consentire il condono di grandi abusi ma piuttosto di introdurre misure che consentano di regolarizzare in maniera più agile le lievi difformità edilizie. Il provvedimento è stato approvato dal Consiglio dei Ministri pochi giorni fa e dal 30 maggio 2024 è in vigore, dopo la firma del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Entriamo dunque nel merito per conoscerne i dettagli.
Condono edilizio e Decreto Salva Casa: le nuove misure approvate
Le misure contenute nel Decreto sono dunque pronte per diventare ufficialmente operative in quanto il Decreto è passato alla Camere per la conversione in legge. Come anticipato si tratta di disposizioni urgenti in materia di semplificazione edilizia e urbanistica che potrebbero consentire ad un importante numero di persone di regolarizzare in maniera rapida e ‘indolore’ eventuali abusi. Ma quali tipologie di difformità edilizie possono essere sanate?
Le difformità riconosciute nel Decreto Salva Casa sono essenzialmente tre: si va dalle difformità formali legate alle cosiddette incertezze interpretative alle specifiche difformità edilizie interne. Fino alle difformità edilizie ad oggi non sanabili per via della doppia conformità. Del primo gruppo fanno parte le difformità legate alla difficoltà di interpretazione sulla base della disciplina normativa in vigore. Nel secondo caso invece si fa riferimento ad interventi ‘stratificati’ nel corso degli anni, ovvero tolleranze costruttive legate a lavori di precedenti proprietari sulla base della mancanza di autorizzazioni formali. E che oggi creano problematiche nella definizione di legittimità dell’abitazione.
Per quanto riguarda infine la terza tipologia di difformità che con l’approvazione del Decreto sarà possibile sanare, esse sono quelle che al momento della realizzazione dell’intervento si potevano sanare. Ma che oggi, in seguito alla disciplina della doppia conformità, non hanno la possibilità di ottenere una sanatoria. Il cittadino potrà, previo rilascio di permesso e di relativa comunicazione di avvio attività in sanatoria, procedere mediante pagamento di una sanzione il cui importo sarà pari al doppio “dell’aumento del valore venale dell’immobile” in seguito al completamento degli interventi (in ogni caso compresa tra 1.032 e 30.987 euro).