Conviene avere un’auto elettrica? Ci sono dei costi che la quasi totalità di italiani ignora di dover affrontare
Da diversi anni, ormai, si fa un gran parlare di mobilità sostenibile. In particolare, negli ultimi tempi, il settore dell’automotive ha visto un grande boom del mercato delle auto elettriche, spinto anche da una serie molto ampia di bonus e incentivi. Ma acquistare un’auto elettrica è davvero conveniente? Proviamo a fare un’operazione verità.
Il boom del mercato elettrico si deve anche all’indirizzamento delle Istituzioni, nazionali e transnazionali. Non è un mistero (né una bufala, come vorrebbero far credere taluni) che il mondo sia malato. Occorre intervenire per salvaguardare un ambiente che, per troppo tempo, abbiamo trascurato.
Per far questo, in particolare l’Unione Europea ha messo nel mirino le auto a combustione, considerandole le principali responsabili delle emissioni di CO2 nell’atmosfera. Per questo, già da tempo conosciamo il diktat di Bruxelles: auto totalmente elettriche o, comunque, “green” a partire dal 2035.
E così, diversi colossi dell’industria automobilistica hanno iniziato a investire tanto sull’elettrico. I governi di quasi tutti i Paesi (Italia compresa) hanno messo in campo numerosi bonus e incentivi per far decollare il mercato. Ma oggi c’è da chiedersi: conviene davvero – sotto il profilo economico – avere un’auto elettrica? Proviamo a rispondere a questa domanda.
Conviene avere un’auto elettrica?
Molti si stanno concentrando, con preoccupazione sulle accise relative ai costi di ricarica. Del resto, si sa, in Italia, trovato un consumo, si trova una tassa. Ma molti ignorano (o fingono di ignorare) che il nostro ordinamento prevede già un’accisa sull’elettricità, indipendentemente dal suo utilizzo. Per le utenze domestiche residenziali, questa accisa è fissata a 0,0227 € per kWh consumato. Tuttavia, molte persone non sono consapevoli dell’esistenza di queste accise, poiché esistono esenzioni per le prime case con contratti di potenza impegnata di 3 kW e fino ai primi 150 kWh consumati al mese.
Pertanto, chi possiede un’auto elettrica già paga le accise sull’elettricità utilizzata per la ricarica, similmente a chi possiede un’auto a benzina (anche se gli importi sono differenti). La percezione di questa tassa è spesso legata al superamento della soglia dei 150 kWh mensili, cosa comune per chi ricarica un’auto elettrica a casa. Ad esempio, percorrendo 1000 chilometri al mese con un consumo di 20 kWh per 100 km, si aggiungono circa 200 kWh alla bolletta, superando facilmente la soglia esente da accise.
Un altro aspetto da considerare riguarda il mancato gettito fiscale per lo Stato a causa del passaggio dalle auto termiche alle auto elettriche. Nel 2023, lo Stato ha incassato 25,2 miliardi di euro dalle accise sui carburanti, mentre le accise sull’energia elettrica hanno generato 2,68 miliardi di euro. Con l’aumento delle auto elettriche, questa discrepanza potrebbe crescere, sollevando preoccupazioni sul bilancio statale.
A fine 2023, in Italia circolavano 220.000 auto elettriche su un totale di 40 milioni di vetture. Definire la quota di energia legata all’auto quando si ricarica a casa presenta sfide pratiche. Inoltre, le auto Plug-In, che possono alternare tra energia elettrica e carburante, complicano ulteriormente il quadro delle accise.
Proposte per una tassa “fissa” sulle auto elettriche per compensare il mancato gettito delle accise sui carburanti incontrano problemi di equità e praticità. Una tale tassa rischierebbe di essere iniqua, poiché non terrebbe conto dell’effettivo utilizzo dell’auto. Le accise sui carburanti sono proporzionali all’uso, non al possesso, e una tassa fissa non rifletterebbe questa realtà.