Scopri come ottenere un vero e proprio salvagente per le Partite IVA: risparmia una cifra considerevole sui contributi INPS.
Quando si dà il via a un’impresa artigianale o commerciale, non basta solo aprire la partita IVA; ci sono anche gli obblighi di versare i contributi INPS. Aprire la partita IVA è solo l’inizio.
Questi contributi rappresentano un costo fisso, indipendentemente dal volume di affari generato, e possono avere un impatto significativo sul bilancio dell’attività. Per il 2024, la somma minima da versare si aggira intorno ai 4.500 euro annui. Questo significa che se l’impresa non riesce a generare almeno il doppio di questa cifra, i profitti saranno azzerati. È un aspetto da considerare attentamente prima di tuffarsi nell’imprenditoria.
Anche se la vostra attività fatica a decollare, dovete comunque sborsare quella quota annuale di contributi. E non finisce qui: se il vostro reddito supera il minimo stabilito dall’INPS, dovete tirare fuori anche i contributi aggiuntivi. Un’incognita che si rivela solo al momento della dichiarazione dei redditi, dove si fa il conto e si pagano i contributi eccedenti.
Ma facciamo un passo indietro: come funzionano questi versamenti? Beh, per gli artigiani e commercianti che hanno appena aperto partita IVA, la regola è pagare circa 375 euro ogni mese all’INPS. E il tutto si ripete ogni trimestre, con scadenze ben precise: entro il 16 del secondo mese successivo al trimestre di riferimento. Quindi, cerchiamo di mettere a fuoco: il 16 maggio, il 20 agosto, il 18 novembre e il 17 febbraio dell’anno seguente. Ma c’è una via d’uscita per alcuni: i dipendenti full-time possono ottenere l’esenzione da questo fardello contributivo. Un sollievo, soprattutto se stai pensando di iniziare un’attività autonoma.
Tuttavia, non è una valvola di sicurezza per tutti. Solo chi ha un contratto a tempo pieno può vantarsene. Dunque, prima di abbracciare l’imprenditorialità, fate una riflessione sul vostro status lavorativo. E ci sono altri casi di esonero. I professionisti senza cassa ordinistica e senza entrate non devono pagare la quota minima annuale. Si fa il conto solo sul reddito effettivo. Se non guadagnate, non pagate. Semplice, no?
E c’è un’ultima carta da giocare per chi si trasferisce in Italia da paesi con accordi bilaterali: siete esentati dai contributi INPS, ma dovete comunque mantenere i pagamenti nel sistema previdenziale del vostro paese d’origine.
Insomma, intraprendere un’attività autonoma non è solo idee brillanti e sogni da realizzare. Ci sono gli obblighi contributivi che aspettano dietro l’angolo. Ma con la conoscenza giusta, puoi navigare queste acque con più sicurezza. Le esenzioni sono come oasi nel deserto contributivo, e conoscere le tue opzioni può fare la differenza tra il successo e il naufragio.
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