L’Agenzia delle Entrate rimborsa le tasse pagate sull’acquisto della casa: in molti non lo chiedono perché non lo sanno.
Le tasse che si pagano quando si acquista una casa sono davvero tante, ma alcune possono essere rimborsate: ecco quali sono. Sono tantissime le persone che non sono a conoscenza del rimborso di questi importi.
La procedura per acquistare un immobile in Italia comprende la registrazione del contratto preliminare. La questione da valutare è ovviamente quella delle tasse che vengono versate e non tutti sanno che esiste un modo per poter recuperare dei soldi. Tra le varie tasse dovute infatti c’è anche questa da dover calcolare: ecco però come fare per richiedere un rimborso.
L’Agenzia delle Entrate rimborsa la tassa sulla cassa: ecco la procedura
A chiarire ogni dubbio in merito alle tasse versate al momento dell’acquisto di un immobile è l’agenzia delle entrate che fornisce chiarimenti sulla questione. C’è infatti la possibilità di ricevere un rimborso sull’imposta di registro fissa, versata durante la fase preliminare della transazione. Questa imposta quindi rientra nella detrazione con l’obiettivo di rendere più chiare e trasparenti le transazioni immobiliari. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta e cosa bisogna fare per avere la detrazione.
Il compromesso, ovvero l’atto di contratto preliminare eseguito per legare il venditore alla transazione mobiliare definitiva, è uno strumento fondamentale. Questa fase è importante per l’acquirente perché così avrà tempo per ottenere il finanziamento necessario per l’acquisto. La legge italiana impone che l’accordo sia formalizzato attraverso un legale con scrittura privata autenticata o atto pubblico.
La registrazione del compromesso è fissata con un imposta di 200 euro, somma che non varia in base all’immobile ed è composta da 16 euro ogni quattro pagine o ogni cento righe, e sale a 155 euro se il contratto è redatto come atto pubblico. Questa infatti può variare in base al tipo di documento redatto. In questa fase, le tasse proporzionali, possono essere detratte al momento della firma del contratto definitivo. Se l’imposta proporzionale anticipata supera quella dovuta, gli interessi potrebbero essere richiesti come rimborso d’eccedenza.
Per poter ottenere questo rimborso bisogna aspettare tre anni dalla registrazione del contratto definitivo presso l’ente che ha gestito l’operazione. La rivista Fisco Oggi spiega che questa tassa non è rimborsabile al momento del contratto. Per alleviare il carico fiscale però se nel corso del contratto preliminare si versano importi sul prezzo, si applica un‘imposta di registro proporzionale che ammonta allo 0,50% della caparra. Questa può essere detratta al momento della conclusione dell’affare.