Riconoscere in anticipo i sintomi connessi al tumore del colon-retto può portare a una diagnosi precoce e salvare la vita.
La tempistica, quando si tratta di patologie di questo tipo, è tutto. Avere una diagnosi precoce vuol dire affrontare in tempo utile la malattia e quindi essere in grado di accedere ad una molteplicità di cure che offrono sicuramente la possibilità di guarire e affrontare con maggiore incidenza la situazione.
Talvolta si tendono a sottovalutare dei sintomi anche evidenti per paura e preoccupazione di quello che potrebbe essere e di ciò che ne deriva ma rivolgersi al medico curante per anomalie o condizioni persistenti che non sono spiegabili è fondamentale per la salute di tutti.
Questa patologia ha un’elevata incidenza tra gli over 50 ma non riguarda solo questa porzione di persone in quanto può sorgere anche in giovane età. Tuttavia essendo un tumore particolare ci sono dei campanelli d’allarme precoci da cogliere che sono essenziali per una diagnosi in tempo utile.
Sono da identificare e riferire immediatamente al medico curante perdite di sangue, dolori addominali persistenti, anemia e diarrea frequente. Quando queste condizioni si manifestano abitualmente vuol dire che c’è un problema e che va valutato correttamente dal medico curante con gli esami del caso. L’incidenza maggiore è tra i 50 e i 70 anni ma, dagli studi degli ultimi anni, si è dimostrato che l’età di incidenza dei tumori si sta anticipando sempre più per questo anche se i sintomi compaiono in una persona giovane è importante fare delle indagini appropriate.
Un tumore identificato al principio è ovviamente sicuramente curabile rispetto a quello che viene identificato quando ormai è esteso. Le stime sono chiare, la metà delle persone che manifesta questi sintomi aspetta almeno tre mesi prima di recarsi dal medico. Sono soggetti a rischio coloro che hanno il morbo di Crohn, la rettocolite ulcerosa e condizioni ereditarie per familiarità, poliposi adenomatosa familiare, sindrome di Lynch.
Questo è il secondo tipo di tumore più frequente in Italia, il secondo tra i più letali. Lo screening viene offerto gratuitamente ai soggetti tra i 50 e i 70 anni di età per la ricerca di sangue occulto nelle feci eppure meno del 50% della popolazione aderisce. Il ritardo diagnostico è ovviamente problematico dal momento che un tumore di questo tipo con una scoperta tardiva porta anche a cure limitate. I soggetti con meno di 50 anni non hanno accesso allo screening ma devono fare attenzione ai campanelli d’allarme come sangue, anemia, carenza di ferro inspiegabile, perdita di peso e qualunque altra condizione anomala e persistente.
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