Tutte le novità sul TFR e sul TFS in arrivo con la riforma della pensione. Cosa c’è di nuovo e come gestire la situazione.
Le previsioni per il 2027, nel caso in cui si guardassero i risultati del Def “light” presentato da poco, potrebbero essere non del tutto rosee per le casse italiane. A parlare di questo tema è stato il presidente nazionale di Anief, Marcello Pacifico, il quale ha pensato a una soluzione per ciò a cui potremmo andare incontro. A fine 2018, le uscite pensionistiche arrivavano fino a 268,5 miliardi, pesando sul Pil 15,2 punti percentuali.
Nel 2027, invece, vi potrebbe essere un incremento di 99,6 miliardi di euro, arrivando al 15,5% del Pil. “Si lavora per circa 40-50 anni e si va in pensione più tardi, oltre al fatto che l’assegno di quiescenza è stato tagliato del 30%”, ha affermato Pacifico (Orizzontescuola.it). “Ora ci fanno sapere che i conti dell’Inps sono in profondo rosso”, ha poi proseguito il presidente del sindacato Anief.
Una contraddizione che gli sembra essere parecchio intollerante, specie quando avviene che si lascino lavorare dei dipendenti, come i docenti, oltre un età in cui gli stessi possono rimanere vittima del bornout più facilmente. Secondo l’opposizione, attuando il Def “light” si viola la legge, mentre il governo, in sua difesa, afferma che è una scelta obbligata, per via delle nuove regole imposte da parte dell’Ue, le quali sono ancora da definire nel dettaglio (Lastampa.it).
Riforma della pensione, andarci prima è possibile
Lo scenario sembra presentarsi come “apocalittico” a detta di Pacifico, “ma basterebbe applicare le stesse regole in vigore in questi anni per le forze armate, così da poter dare la possibilità ad Ata e docenti di poter realizzare il riscatto gratuito per gli anni universitari e di formazione”, ha poi aggiunto.
Secondo il sindacalista dell’Anief si potrebbero risanare i conti e, inoltre, andare prima anche in pensione. Per poter fare ciò, però, vi è una manovra ben precisa che il governo dovrebbe attuare secondo lui: “A nostro avviso, lo Stato potrebbe pagare mensilmente la parte di TFR/TFS e i contributi a tutti i 3,5 milioni di dipendenti pubblici”.
In tal modo, quindi, sarebbe possibile andare a contrastare l’aumento della spesa sociale che è legata all’Inps. Di idee, ovviamente, ve ne sono a iosa e vengono presentate di volta in volta al governo. Dopodiché, però, non sono sempre ben accette da parte dell’esecutivo, pur se potrebbero essere di ottima riuscita. Solitamente, però, è complicato che i partiti al governo accettino consigli da personaggi di spicco dell’opposizione, ma la speranza è che vengano presi in considerazione quelli idonei a migliorare la vita della popolazione, senza badare a chi li abbia elargiti.