Quali sono i benefici e le agevolazioni nel caso in cui l’invalidità sia compresa tra il 50 e il 60%? Cosa prevede l’Inps
Come tutti sanno i benefici connessi all’invalidità di una persona non sono uguali per tutti. Esiste infatti una procedura apposita che, mediante l’intervento di una commissione medica nominata dall’Inps, prevede di definire il grado di disabilità mediante una percentuale e sulla base di essa si vanno a stabilire a quali bonus, agevolazioni e permessi lavorativi si potrà avere diritto.
Se al di sopra del 67% essi sono molteplici e con il 100% coprono un ampio spettro di possibilità anche per quanto riguarda le esenzioni, i dubbi vengono a coloro la cui disabilità riconosciuta è compresa tra il 50 ed il 60%. Che cosa prevede l’Inps in questi casi?
Iniziamo col dire che l’erogazione di trattamenti economici alle persone invalide da parte dell’Inps è previsto con percentuale di invalidità maggiore del 74%. Con il 51% non è dunque possibile ottenere l’assegno mensile di assistenza, l’assegno ordinario di invalidità (previsto dal 67%) e la pensione di inabilità oltre all’indennità di accompagnamento prevista solo nel caso di invalidità totale. Quali sono dunque le agevolazioni previste se la percentuale è inferiore al 61%? Anzitutto l’esenzione parziale dal pagamento del ticket sanitario, questo però solo a patto che si appartenga a specifiche categorie di persone invalide.
Ovvero invalidi di guerra militare appartenenti alle categorie dalla sesta all’ottava e con codice di esenzione G02. Oppure invalidi per servizio appartenenti alle medesime categorie e con codice di esenzione S03. Con un’invalidità riconosciuta pari ad almeno il 33,33% è inoltre possibile ottenere protesi e ausili gratuiti, apparecchiature che vanno a migliorare funzioni compromesse o a sostituire parti del corpo.
La garanzia della copertura economica è del Sistema Sanitario Nazionale. Ancora gli invalidi al 51% possono essere iscritti alle categorie protette e anche alle liste per il collocamento privato, un elenco pubblico contenente i dati delle persone disabili ordinati sulla base di una graduatoria.
Infine l’ultima agevolazione è il congedo per cure per un periodo non superiore a 30 giorni l’anno e retribuito proprio come le assenze per malattia. Il vantaggio è che non va a determinare il superamento del comporto in quanto oltre ad essere a carico dell’azienda non rientra nel periodo massimo di conservazione del posto.
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