Quali sono le conseguenze legate alla presentazione di un Isee errato? Attenzione perché si rischia grosso.
Oggi più che mai la predisposizione e presentazione dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente, meglio noto come Isee, è di primaria importanza per poter accedere ad una moltitudine di bonus e agevolazioni. Che hanno tra i requisiti da rispettare un massimale legato proprio a tale indicatore e che se non superato consente di beneficiare di sconti, erogazioni in denaro oppure detrazioni di vario tipo.
Ne deriva che l’Isee deve essere calcolato con molta attenzione e senza lasciare indietro nulla in modo tale da produrre un dato veritiero che inquadri esattamente la propria situazione economica. Ma cosa succede se, al contrario, viene presentato un Isee errato? Scopriamolo.
Quello dell’Isee errato è un tema di grande rilevanza per due motivi: il primo è legato al fatto che il rischio di commettere un errore a causa di una svista o di un dato letto male è una possibilità concreta. Il secondo è che spesso si pensa che non si verrà controllati e che, anche riducendo il valore dell’indicatore per poter accedere ad un sussidio, non ci saranno conseguenze. Tutto, lo ricordiamo, parte dalla Dichiarazione Sostitutiva Unica, un documento contenente diverse informazioni di primaria importanza per il calcolo dell’Isee. Se vi sono errori sulla DSU, dunque, essi si ripercuoteranno anche sulla correttezza o meno dell’Isee.
Presentarlo errato accorgendosi dell’errore solo quando si sta ricevendo l’agevolazione espone a rischi in quanto il codice penale e nello specifico l’articolo 316 ter del c.p. punisce chi ottiene in maniera indebita erogazioni pubbliche presentando documenti che attestano cose non veritiere oppure omettendo informazioni o ancora inviando documenti falsi.
Ma non bisogna spaventarsi: è infatti possibile correggere l’Isee errato in due maniere. La prima consiste nel presentare un modello integrativo FC3 entro 15 giorni dalla presentazione dell’Isee e inserendo su di esso le informazioni mancanti. Oppure è possibile inviare una nuova DSU con i dati corretti, sempre nei medesimi tempi. Non procedere per tempo porta al rischio di incorrere in sanzioni e di subire la revoca del bonus ricevuto.
L’Ente interverrà inoltre per il recupero delle somme già erogate e ricevute indebitamente. Le eventuali incongruenze verranno infatti alla luce in seguito ai controlli effettuati dagli enti preposti. E qualora la somma indebitamente percepita sia superiore a 3.999,96 euro si andrà incontro a sanzione penale con il rischio di reclusione da sei mesi a tre anni. Nel caso in cui la somma sia inferiore invece si riceverà una sanzione amministrativa compresa tra 5.164 euro e 25.822 euro.
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