Un uomo in Gran Bretagna è morto a causa di un’epidemia di superbatteri causata da colliri contaminati. E l’infezione si sta diffondendo a macchia d’olio.
A lanciare l’allarme è stata l’Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito (UKHSA). Si è scatenata un’epidemia di batteri resistenti agli antibiotici che mette a serio repentaglio la nostra vista e la nostra vita. Finora a farne le spese è stato un cittadino britannico, morto a causa dell’infezione, ma l’elenco dei pazienti colpiti è sempre più lungo. Quali sono le cause e come difendersi?
La suddetta Agenzia britannica ha fatto risalire l’epidemia a tre gel per gli occhi che sono risultati contaminati dal batterio Burkholderia cepacia, resistente agli antibiotici. L’anno scorso è stato ordinato il ritiro dal commercio di tre prodotti – AaCarb, Aacomer e Purpotics – con la raccomandazione agli operatori sanitari di evitare di prescriverli ai pazienti che soffrono di secchezza oculare.
Il nuovo caso dei colliri contaminati
In un recente report, l’Agenzia per la sicurezza sanitaria d’Oltremanica ha rilevato 52 casi confermati di pazienti colpiti da questa infezione a partire dal 21 marzo, e altri 6 “probabili”. Si pensa inoltre che i gel per gli occhi contaminati da batteri abbiano “contribuito alla morte” di una persona, come accennato.
La buona notizia è che la maggior parte dei casi si è verificata lo scorso autunno, quando i tre prodotti incriminati sono stati ritirati dal commercio come “misura precauzionale” per il “rischio di effetti avversi” per le persone con un sistema immunitario compromesso, per cui la fase acuta dovrebbe essere ormai superata.
Già a dicembre dello scorso anno, infatti, Optometry Today ha riferito che c’era stata una riduzione dei casi di Burkholderia cenocepacia in seguito al richiamo. Burkholderia cepacia complex (Bcc) è un gruppo di batteri ampiamente presenti nell’ambiente e resistenti a molti antibiotici. Raramente provocano infezioni, ma possono far ammalare gravemente le persone con un sistema immunitario indebolito e quelle affette da fibrosi cistica, indipendentemente dall’età.
Il primo caso è stato segnalato nel gennaio 2023 e non ce ne sono stati altri dallo scorso febbraio, secondo i dati più aggiornati. Il paziente più giovane è stato un neonato, mentre il più anziano aveva 91 anni. 25 casi sono stati valutati dall’UKHSA come “infezioni clinicamente significative”. Ma la maggior parte dei soggetti colpiti – 41 – erano già ricoverate in ospedale per altri problemi di salute.