Quando ci si dimette dal posto di lavoro si ha la disoccupazione? In teoria no, ma ci sono alcune eccezioni: ecco quali sono.
Generalmente chi si dimette dal posto di lavoro non ha diritto a percepire l’indennità di disoccupazione. Ci sono però dei casi in cui è possibile fare richiesta anche se sono state consegnate le dimissioni: ecco in quale situazioni si può chiedere il sostegno economico.
In generale chi si dimette dal posto di lavoro non ha la possibilità di richiedere l’indennizzo di disoccupazione, garantito invece a chi è stato licenziato. Il motivo è che chiaramente questo supporto viene concesso a chi perde il lavoro indipendentemente dalla propria decisione. Ma ci sono dei casi limite in cui è comunque concesso: ecco quali sono.
Chi lascia il posto di lavoro può avere diritto alla Naspi, ovvero l’assegno di disoccupazione, solo se rispetta questi requisiti. Il sostegno economico può essere ottenuto se le dimissioni sono avvenute per giusta causa infatti in caso contrario l’Inps rigetterà la domanda. Quando il lavoratore decide di lasciare il lavoro per motivi suoi personali quindi non gli spetta la disoccupazione, ma quando lo fa perché è impossibile continuare a lavorare, allora la Naspi gli spetta. Ma quali sono le motivazioni che la legge prevede per garantire l’indennità di disoccupazione per dimissioni per giusta causa? Eccole.
Le circostanze che la legge prevede per garantire l’indennità di disoccupazione sono le dimissioni per molestie sessuali, perpetrate dal datore di lavoro al dipendente. Sono giusta causa anche il mobbing, il mancato o ritardato pagamento dello stipendio, l’omesso versamento dei contributi, la pretesa dal datore di lavoro di prestazioni illecite, il comportamento ingiurioso di un superiore verso il dipendente. Altro motivo per dimettersi per giusta causa, che nessuno sa, è il demansionamento. In questi casi quindi il dipendente subisce qualcosa che lede la sua salute mentale e quindi ha diritto a dimettersi per giusta causa e chiede la disoccupazione.
Possono accedere alla domanda di disoccupazione anche i lavoratori che si dimettono volontariamente durante il periodo tutelato di maternità, entro 1 anno di vita del bambino. Chiaramente invece questa spetta in caso di licenziamento, anche se avviene per motivi disciplinari.
Per potere avere la Naspi chiaramente sono indispensabili almeno 13 settimane di contribuzione nei 4 anni precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione e almeno 30 giorni di lavoro effettivo.
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