C’è una brutta notizia relativa al pagamento anticipato del TFS. I lavoratori sono sconvolti, ecco che cosa potrebbe succedere.
Per tutti i lavoratori che vengono licenziati o che si dimettono per giusta causa, c’è la possibilità di godere di alcuni sussidi di tipo economico. Tra cui il TFS e il TFR, rinominati comunemente in liquidazione e che danno modo di sfruttare un aiuto in più nell’attesa che si riesca a trovare una nuova occupazione lavorativa.
Presto però le cose potrebbero cambiare. E ad essere interessati sono alcuni lavoratori, per i quali il pagamento anticipato del TFS potrebbe subire una brusca frenata. Ecco che cosa sta succedendo e quali sono le decisioni prese dalla Ragioneria generale dello Stato, si tratta di una mazzata a cui tutti dovranno abituarsi presto. Si stanno intanto studiando alcune soluzioni alternative per poter intervenire in merito, dopo le polemiche dei mesi scorsi.
Pagamento anticipato del TFS, è stop: ecco cosa sta succedendo
La Ragioneria generale dello Stato ha inviato una lettera alla Camera, chiedendo lo stop immediato delle proposte di Legge per poter anticipare il pagamento del TFS da un anno a 3 mesi per la prima rata. Un versamento accelerato che, secondo i calcoli dell’INPS, porterebbe però ad una spesa superiore ai 3,8 miliardi di euro nel solo 2024 per le casse dello Stato.
Lo scorso giugno, la Corte Costituzionale ha alimentato le polemiche chiedendo al Parlamento di rimuovere una norma che crea disparità di trattamento tra pubblico e privato. Con il lavoratore dello Stato che spesso deve attendere dai 2 ai 7 anni per poter usufruire della liquidazione. Ad oggi, il versamento rateizzato della liquidazione parte dopo un anno. Con la prima rata che può coprire 50mila euro al massimo. Mentre la seconda, dopo altri 12 mesi, arriva ad un massimo di 100mila euro. Infine la terza, per la parte restante.
L’attesa può addirittura superare i 5 anni in alcuni casi estremi. Una situazione sempre più problematica, tanto da spingere la Camera a pensare a possibili soluzioni alternative. E una di queste era proprio la possibilità di anticipare la prima rata da un anno a 3 mesi, con una copertura di poco più di 63mila euro invece che 50mila. Ma lo stop definitivo della Ragioneria generale dello Stato sa di bocciatura si spera non definitiva, staremo a vedere ora cosa succederà e quali saranno le contromosse prese.