Pensioni sotto pressione: ulteriori aumenti nei contributi aggiungono nuovi ostacoli al cammino pensionistico.
La scure della riforma pensionistica non risparmia neanche l’ombra della tanto discussa legge Fornero. Mentre l’attenzione è concentrata altrove, il governo Meloni ha silenziosamente stretto ancora di più le maglie per chi aspira a una pensione anticipata, secondo quanto stabilito dalla riforma del 2011. Una delle parti più contestate della riforma varata dal governo Monti, che la Lega ha promesso di cancellare più volte, riguarda l’allineamento dei requisiti pensionistici con l’aspettativa di vita.
È un concetto logico: se viviamo di più, dovremmo lavorare di più. Questo principio è alla base di un meccanismo già esistente ma definito con precisione dall’ex ministra del Lavoro Elsa Fornero, che ha fissato gli adattamenti ogni due anni. Tuttavia, con la legge Fornero, l‘aumento dei requisiti per la pensione, stabilito allora a 1 anno esatto, ha coinvolto solo l’età anagrafica o il requisito contributivo, a seconda dell’opzione di pensionamento.
Prospettive incerte per il futuro
In pratica, le misure con un limite di età sono state soggette a adeguamenti biennali, mentre altre, come la pensione anticipata, hanno visto crescere il requisito contributivo. Ma ora le carte in tavola cambiano. Con la recente legge di Bilancio 2024, l’INPS ha evidenziato un dettaglio passato quasi inosservato: dal 1° gennaio 2024, anche il requisito di 20 anni di contributi effettivi per la pensione anticipata per coloro con contributi puri sarà allineato all’aspettativa di vita. Quest’opzione, riservata a chi ha cominciato a lavorare dopo il 1996, ora richiede l’accesso alla pensione a 64 anni (in precedenza 63, ma adeguato all’aumento dell’aspettativa di vita) e 20 anni di contributi.
Aggiungendo a ciò un requisito economico, anch’esso modificato dalla recente legge di Bilancio, che richiede un assegno pensionistico almeno triplo dell’Assegno Sociale, il quadro diventa più chiaro. Ma non è finita qui. I requisiti saranno modificati nuovamente nel 2027, quando, secondo le previsioni, ci sarà un incremento dell’aspettativa di vita. E questa volta non saranno coinvolti solo i requisiti anagrafici, ma anche i contributi, un punto intoccato dal governo Monti.
Quindi, per conquistare la vostra pensione anticipata contributiva, dovrete probabilmente puntare ai 64 anni e 2 mesi di età, accompagnati da almeno 20 anni e 2 mesi di contributi, o 3 mesi in caso di un balzo significativo nell’aspettativa di vita. Ma non è tutto: mentre ci prepariamo a questo scenario, non possiamo ignorare l’altro lato della medaglia. Il requisito economico, legato all’Assegno Sociale, è destinato a salire ogni anno, seguendo l’inflazione. Insomma, il futuro delle pensioni anticipate contributive si presenta come un percorso sempre più selettivo. Età, contributi e situazione economica diventano sfide più impegnative per chi ambisce a questo traguardo.