Modifiche che cambiano il panorama dei rimborsi fiscali. Quali sono i cittadini che rischiano concretamente di perdere i rimborsi 730?
Una nuova regolamentazione sta cambiando il panorama dei rimborsi fiscali. Una misura che potrebbe impattare considerevolmente sui contribuenti con obblighi pendenti nei confronti dell’erario. Ecco chi rischia di perdere tutti i rimborsi 730 e i motivi addotti dal Fisco.
Queste modifiche, se da un lato intendono facilitare il recupero dei debiti fiscali, dall’altro potrebbero mettere a dura prova i contribuenti che si trovano in determinate situazioni fiscali, rendendo più complesso il processo di rimborso fiscale. Bisognerà dunque prestare attenzione alle nuove regole e valutare attentamente le opzioni disponibili. Andiamo a vedere, allora, quali sono i cittadini che rischiano concretamente di perdere i rimborsi 730.
La circolare n. 46 del 2024 dell’Agenzia delle Entrate ha ufficializzato queste novità, che si riflettono sulle regole di riscossione previste dall’articolo 28-ter del Dpr 602 del 1973. Tale disposizione, da sempre, ha garantito una separazione netta tra rimborsi fiscali e riscossione dei debiti: l’agente di riscossione non poteva utilizzare i crediti d’imposta per saldare debiti senza il consenso esplicito del contribuente.
Tuttavia, la situazione sta cambiando radicalmente. La nuova disciplina prevede un blocco totale dei rimborsi fiscali per chi ha debiti pendenti iscritti a ruolo, a meno che non accetti la compensazione volontaria. In pratica, se il contribuente decide di non optare per questa soluzione, le somme spettanti rimarranno a disposizione dell’agente di riscossione fino al 31 dicembre dell’anno successivo a quello in cui il rimborso era previsto, per avviare le azioni esecutive.
La riformulazione dell’articolo 28-ter pone l’Agenzia delle Entrate in prima linea per verificare la presenza di debiti iscritti a ruolo prima di procedere con il rimborso fiscale derivante dalla dichiarazione dei redditi. Se tale debito esiste, l’Agenzia trasmette la segnalazione all’agente di riscossione, il quale proporrà al contribuente la compensazione volontaria tra debiti e crediti d’imposta. Tuttavia, la decisione rimane in mano al contribuente stesso, che ha 60 giorni per rispondere.
Se il contribuente accetta la compensazione, l’agente di riscossione liquida il debito e il rimanente viene restituito al contribuente dall’Agenzia delle Entrate. Se rifiuta, riceve il rimborso e l’agente di riscossione dovrà trovare altre modalità per recuperare il debito. La novità più significativa riguarda il limite minimo per la compensazione volontaria, fissato a 500 euro per i rimborsi fiscali. Inoltre, la verifica dei beneficiari si concentrerà sui soggetti che hanno ricevuto notifiche di cartelle esattoriali o altri carichi affidati all’agente di riscossione.
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