Case green l’Europa cambia tutto. E ci obbliga a cambiare casa

Saremo costretti a cambiare casa? In Italia, infatti, la maggior parte delle abitazioni non risponderebbe alle nuove norme comunitarie sulle case green

Il Parlamento Europeo ha votato in via definitiva a favore della direttiva Case Green, proiettando il settore dell’edilizia residenziale verso un futuro più sostenibile. Molti speravano che l’approvazione fosse ritardata, considerando che a giugno si terranno le elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo. Tuttavia, la direttiva è stata approvata, con l’ultimo passaggio che richiede il via libera dei Governi riuniti nel Consiglio, una formalità che si prevede avverrà entro la prima metà di aprile.

Case Green, Europa
La direttiva approvata dall’Europa sulle “case green” – (ilciriaco.it)

Una notizia che in tanti non hanno accolto bene. Affrontare queste sfide avrà un costo, e sarà importante rivedere il piano delle agevolazioni fiscali per incentivare la ristrutturazione degli edifici. La direttiva prevede anche lo stop all’installazione di caldaie a gas a partire dal 2040, con la sospensione dei bonus per l’installazione già dal prossimo anno.

La direttiva Case Green segna un importante passo avanti verso un futuro più sostenibile per il settore dell’edilizia residenziale, anche se le sfide sono notevoli e richiederanno sforzi significativi da parte degli Stati Membri e dei cittadini. Saremo costretti a cambiare casa? In Italia, infatti, la maggior parte delle abitazioni non risponderebbe alle nuove norme comunitarie. 

Case green: l’Europa cambia tutto

Secondo questa direttiva, entro il 2050 tutti gli edifici residenziali degli Stati Membri dell’Unione Europea dovranno essere a emissioni zero. Tuttavia, nonostante i benefici ambientali evidenti, l’approvazione della direttiva non è stata priva di polemiche.

Case Green, Europa
Case green: l’Europa cambia tutto – (ilciriaco.it)

La nuova direttiva prevede che a partire dal 2030 tutti gli edifici di nuova costruzione destinati ad abitazione civile dovranno essere a impatto zero. Ciò significa che dovranno essere progettati e costruiti utilizzando tecnologie e materiali a basso impatto ambientale, riducendo al minimo le emissioni di CO2. Gli edifici pubblici o destinati a ospitare Pubbliche Amministrazioni dovranno rispettare questa normativa entro il 2028.

Una delle modifiche più significative rispetto alla versione iniziale della direttiva è la mancanza dell’obbligo di armonizzazione delle classi energetiche tra i vari Paesi Membri. Questo significa che i lavori eseguiti dai cittadini italiani con il Superbonus, che ha permesso il recupero di almeno due classi energetiche, sono ora confermati senza rischi di modifiche future.

Tuttavia, le sfide maggiori riguardano gli edifici già esistenti, considerando che circa la metà degli edifici residenziali in Italia è classificata nelle categorie energetiche più inquinanti, “F” o “G”. L’Unione Europea prevede che entro il 2050 il 60% delle abitazioni dovrà essere ristrutturato per rispettare gli standard di emissione zero.

Gli Stati Membri sono tenuti ad adottare entro il 2026 un Piano Nazionale di ristrutturazione, che includa una tabella di marcia per raggiungere gli obiettivi previsti. Questo piano dovrà essere aggiornato ogni cinque anni. La direttiva impone anche obiettivi intermedi, come una riduzione del 16% delle emissioni inquinanti entro il 2030 e una riduzione del 20-22% entro il 2035.

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