La Riforma Fiscale varata dal Governo Meloni cambia le procedure da mettere in atto per procedere a un pignoramento
La tanto attesa riforma fiscale, con i suoi primi passi intrapresi a fine 2023, ha portato un vento di cambiamento nel sistema tributario italiano, con particolare attenzione rivolta ai lavoratori autonomi. In particolare, vi sono dei cambiamenti interessanti per ciò che concerne debiti e pignoramenti. Entriamo nel dettaglio della riforma.
Una delle prime innovazioni è stata la spostamento del pagamento del secondo acconto delle imposte dirette con la possibilità di rateizzazione, offrendo così un sollievo finanziario a questa categoria di contribuenti. Tuttavia, le vere pietre miliari sono state introdotte con la Legge di Bilancio, che ha ridefinito gli scaglioni e le aliquote dell’IRPEF. Queste modifiche sostanziali mirano non solo a ridisegnare il panorama fiscale, ma anche a promuovere la crescita economica, sostenere le famiglie, le imprese e i lavoratori, e contrastare l’evasione e l’elusione fiscale, da troppo tempo una piaga per l’Italia.
L’obiettivo principale è quello di tassare in modo equo tutti i contribuenti, con l’auspicio di una flat tax per tutti nel futuro prossimo. La revisione dell’IRPEF, con la graduale riduzione delle aliquote e degli scaglioni di reddito, è stata uno dei cardini di questa riforma, con il passaggio dalle attuali quattro a tre aliquote entrato in vigore dal 1° gennaio 2024.
Inoltre, la riforma mira a rendere più equa la tassazione del reddito, con l’istituzione di una no tax area uguale per tutti, indipendentemente dalla fonte di reddito. Anche la questione delle cartelle esattoriali è stata affrontata, con l’introduzione di piani di rateizzazione più estesi fino a 120 rate, riducendo così l’onere finanziario per i contribuenti.
La lotta all’evasione fiscale è un’altra priorità chiave del Governo, che sta puntando su strumenti per favorire un adempimento spontaneo degli obblighi fiscali, prevenendo così l’emissione di cartelle esattoriali. Inoltre, la riforma prevede una semplificazione dei procedimenti fiscali, con l’intento di ridurre il peso delle tasse e rendere più agevoli gli accertamenti e i concordati preventivi.
Per ciò che concerne i pignoramenti, inizialmente si era addirittura parlato di prelievi forzosi sui conti correnti, per automatizzare le procedure in caso di situazione debitoria. Scenario escluso quasi subito, comunque. Ora c’è una misura più blanda: si cercherà sì di velocizzare la procedura di riscossione tramite pignoramento, ma la soluzione di compromesso individuata permetterà “soltanto” ai creditori di avere accesso a una lista dei beni pignorabili per capire, prima di procedere alla richiesta di pignoramento, se sui conti correnti del debitore sono presenti somme oppure no.
Per i lavoratori autonomi, resta valida la flat tax al 15%, ma è stata introdotta anche la possibilità di aderire a un concordato preventivo biennale con il Fisco, offrendo una certa stabilità fiscale indipendentemente dai guadagni reali. In sintesi, la riforma fiscale si configura come una rivoluzione nel rapporto tra Fisco e contribuente, mirando a garantire equità, trasparenza e un sistema tributario più leggero e efficiente per tutti i cittadini italiani.
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