L’Italia si trova di fronte a un bivio demografico cruciale, ma ha molto da imparare dagli esempi positivi in Europa
L’Italia si trova di fronte a una sfida demografica cruciale: raggiungere quota 2 figli per coppia. Sebbene la media attuale di 1,24 bambini per coppia non renda l’obiettivo impossibile, è chiaro che un rialzo sarebbe vitale per mantenere la stabilità della popolazione. In questo scenario, le proposte del ministro Giorgetti per incentivare la natalità, come l’azzeramento delle tasse alle donne con figli, richiamano l’attenzione sulle diverse strategie adottate in Europa occidentale e orientale.
L’Italia si trova di fronte a un bivio demografico cruciale, ma ha molto da imparare dagli esempi positivi in Europa. Investire nei servizi per l’infanzia, incentivare la condivisione dei compiti familiari e fornire sostegno economico alle famiglie possono essere le chiavi per un futuro più florido e popolato.
Come l’Italia e l’Europa sostengono i nuovi genitori
In Paesi come Svezia, Francia e Germania, l’accento è posto sull’incentivazione del lavoro femminile, accompagnato dall’ampliamento dei servizi per la prima infanzia. Questa combinazione permette alle famiglie di conciliare la vita lavorativa con quella domestica, garantendo un supporto cruciale alle neo-genitrici.
La Danimarca, invece, si distingue per un robusto sistema di sostegno alle famiglie, con coperture fino al 100% del costo degli asili nido. Tale politica, associata a un elevato tasso d’occupazione sia maschile che femminile, dimostra come investire nei servizi per l’infanzia possa essere un efficace volano per la crescita demografica.
In Germania, dove la media di figli per coppia è in risalita, il governo federale ha destinato una parte significativa del PIL ai servizi per l’infanzia, compresi nidi gratuiti. Questa politica contrasta con quella italiana, dove tali servizi sono spesso a pagamento e sottoutilizzati. La Francia, da parte sua, si distingue per una serie di incentivi fiscali e assistenziali, tra cui l’Allocation Familiale, un assegno mensile calcolato in base al numero di figli a carico, e importanti agevolazioni per l’assunzione di colf e baby-sitter. In Spagna, l’attenzione è posta sulla condivisione dei compiti familiari attraverso un congedo parentale più lungo per i padri, al fine di favorire l’equilibrio tra lavoro e famiglia.
Paesi come Ungheria adottano politiche incentrate sugli sgravi fiscali per le famiglie numerose, accompagnati da programmi di sostegno abitativo per chi ha figli. Budapest si è distinta per un approccio ambizioso, che include esenzioni fiscali a vita per le donne con almeno 4 figli e prestiti agevolati per giovani coppie con prole.