Una veritiera conformità catastale di un immobile influenza non solo la legalità delle transazioni, ma anche il valore stesso dell’immobile
L’investimento nell’acquisto di una dimora è un passo cruciale, con implicazioni finanziarie e personali di rilievo. Tuttavia, senza consulenza esperta, si corre il rischio di imbattersi in immobili con anomalie urbanistiche, violazioni edilizie o discordanze rispetto ai registri catastali, presentando sfide di difficile risoluzione.
Le linee guida dell’Agenzia del Territorio forniscono dettagli su come verificare la conformità catastale e delineano i casi di esclusione. In caso di discordanze, è fondamentale intervenire per sanare le difformità mediante l’allineamento catastale.
L’armonia tra la struttura fisica di una proprietà e i dati archiviati nei registri catastali emerge come un aspetto cruciale, influenzando non solo la legalità delle transazioni, ma anche il valore intrinseco dell’immobile stesso. Il legislatore ha sancito che, al momento della compravendita, oltre alla necessaria identificazione catastale, occorre menzionare esplicitamente le planimetrie depositate in catasto, accompagnate da una dichiarazione di congruenza. Tale attestazione, fornita dagli interessati, certifica che i dati catastali e le planimetrie rispecchiano la situazione effettiva della proprietà, in linea con le disposizioni normative vigenti.
Tuttavia, stabilire la conformità può rivelarsi un procedimento intricato, soprattutto quando le modifiche apportate alla struttura non sono state adeguatamente registrate. In tali circostanze, una soluzione plausibile potrebbe essere l’intervento di un professionista qualificato, il quale, dopo aver condotto le necessarie indagini e aggiornamenti presso l’ufficio del catasto, potrebbe rilasciare un certificato di adeguatezza catastale.
È essenziale distinguere la conformità catastale da quella urbanistica: la prima riguarda la corrispondenza tra lo stato dell’immobile e i registri catastali, mentre la seconda implica il rispetto dei regolamenti comunali edilizi. Ignorare la conformità urbanistica può esporre gli acquirenti a rischi legali e finanziari significativi. Per garantire un acquisto sicuro, è essenziale esaminare attentamente la conformità catastale e urbanistica dell’immobile, evitando così spiacevoli sorprese e investimenti rischiosi.
L’obbligo di verificare la conformità catastale, introdotto nel 2010 dal Decreto Legislativo n. 78/2010 (articolo 19, comma 14), mira a prevenire la vendita di immobili con modifiche strutturali non registrate, mitigando fenomeni di evasione fiscale nel settore immobiliare.
La corrispondenza tra lo stato fisico dell’immobile e i dati catastali registrati assume un ruolo cruciale nel determinare la legittimità del trasferimento e il valore dell’immobile stesso. La mancanza della dichiarazione di conformità rende gli atti di compravendita nulli, esponendo le parti coinvolte a rischi legali e difficoltà nella rivendita dell’immobile.
L’acquisto di abitazioni “di fortuna”, categorizzate in modo non corrispondente alla loro effettiva destinazione, può nascondere rischi legali e finanziari. La mancata regolarizzazione catastale di tali immobili può comportare conseguenze finanziarie e legali gravi, oltre a escludere gli acquirenti dalle agevolazioni fiscali per la prima casa.
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