Infarto silenzioso, in molti lo hanno avuto anche senza saperlo: ecco come evitare il peggio controllando tutto con i medici.
Metà degli attacchi di cuore vengono scambiati per problemi meno gravi, aumentando i rischi di poter avere un infarto. Alcuni sintomi potrebbero infatti essere sottovalutati: ecco allora cosa controllare per evitare il peggio.
L‘infarto silenzioso è una delle più gravi patologie che possano esistere infatti può avvenire in qualsiasi momento senza che ci si accorga di nulla. Questo può succedere perché tendiamo a scambiare alcuni sintomi tipici per qualcosa di meno grave e non individuiamo il problema. Ma come fare per sapere esattamente cosa sta accadendo? Ecco quali esami eseguire e a cosa prestare attenzione.
Attacco di cuore e infarto silenzioso: ecco come fare e come riconoscerlo con gli esami
Sintomi tipici come il dolore al petto e la mancanza di respiro sono tendenzialmente associati a un infarto e possono presentarsi da un momento all’altro. Questi possono essere gravi o lievi e nel secondo caso possono spingere a pensare a qualcosa di meno letale. Un dolore allo stomaco può essere scambiato per un’indigestione ad esempio.
Insomma l’attacco di cuore silenzioso è grave proprio per questo, infatti, come un qualsiasi infarto, comporta il blocco del flusso sanguigno al cuore e possibili danni al muscolo cardiaco. Nel caso dell’infarto silenzioso non ci sono sintomi così forti che fanno individuare subito l’attacco di cuore in corso e infatti questi sono pericolosissimi.
Il prof. Giulio Stefanini, cardiologo presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care Premuda a Milano, in Humanitas, e docente di Humanitas University, ha fatto alcune precisazioni in merito. Innanzitutto gli attacchi di cuore hanno dei fattori di rischio perché dipendono dall’età, dal diabete, dal sovrappeso, dalla pressione del sangue e dal colesterolo. Ma sono anche connessi a cattive abitudini come il fumo e la mancanza di esercizio.
Gli attacchi di cuore possono essere silenziosi per una serie di motivi infatti si può avere un’alta capacità di tollerare il dolore oppure possono non esserci sintomi tali sa spingere a indagare. Le persone anziane ad esempio hanno maggiori possibilità di non sentire i sintomi che precedono un infarto. In questo caso però ci sono delle soluzioni ovvero dei controlli da fare periodicamente come le analisi del sangue, l’ecocardiogramma e l’elettrocardiogramma. Il cardiologo può anche chiedere approfondimenti con un’angiografia coronarica e una risonanza magnetica. Ovviamente è sempre buona abitudine stare attenti ai fattori di rischio, ascoltare il proprio corpo e consultare il medico.