Non lasciare che il tempo scada: assicurati tutto il supporto di cui hai bisogno presentando la tua domanda all’INPS entro il 2 aprile.
Con l’entrata in scena del rivoluzionario Jobs Act di Matteo Renzi, il panorama degli ammortizzatori sociali per chi si trova senza lavoro ha subito una trasformazione epocale. È stato come se le luci del teatro delle politiche occupazionali fossero state improvvisamente accese su una nuova e audace produzione, con la NASPI che emerge con un impatto da applausi.
Questa nuova arrivata, nota anche come Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego, non è semplicemente un’altra misura di sostegno: è una forza catalizzatrice che segna la fine di un’era. Le vecchie comparse, come la Mini ASPI e la DS Ordinaria, si sono ritirate dietro le quinte, lasciando il posto a una protagonista che promette un futuro più luminoso per chi è in cerca di lavoro.
La NASPI è diventata l‘asso nella manica per chi è disoccupato, o quasi. Tuttavia, alcuni lavoratori sono rimasti fuori da questa festa, come i dipendenti a tempo indeterminato delle Pubbliche Amministrazioni, gli agricoltori e i collaboratori. Ma non temete, per loro ci sono rispettivamente la Disoccupazione Agricola e la DIS.COLL. Per i collaboratori, la prestazione è simile alla NASPI, ma più breve. Gli agricoltori, invece, si trovano di fronte a una misura completamente diversa, con importi e modalità di erogazione distinti.
Ecco il trucco: presentate la vostra domanda all’INPS entro il 2 aprile e incassate la disoccupazione tutta insieme. Ma attenzione, c’è un dettaglio importante da considerare: le 102 giornate di lavoro nel biennio. Chi ha svolto attività agricola nel 2023 e presenta la domanda all’INPS entro il 2 aprile 2024, avrà diritto, se rispetta i requisiti, a ottenere l’indennità.
Tuttavia, attenzione se avete iniziato a lavorare nel mondo agricolo nel 2023 e avete già completato le 102 giornate nel corso dello scorso anno, purtroppo non potrete beneficiare della prestazione, a meno che non ci sia stata un’altra esperienza lavorativa sia in agricoltura che in altri settori nei precedenti anni. La Disoccupazione Agricola può essere richiesta anche accumulando periodi di lavoro in altri settori, ma l’attività agricola deve prevalere numericamente.
E adesso, l’ultima carta: il calcolo degli importi. L’indennità si estende fino a un massimo di 365 giorni all’anno, coprendo tutte le giornate lavorate. Ma attenzione, ecco il bello: da questo totale vengono sottratte le giornate di lavoro dipendente sia in agricoltura che in altri settori, insieme a eventuali giorni di malattia, infortunio e maternità.
Ecco il trucco del mestiere: l’importo corrisponde al 40% della tua retribuzione di riferimento, da cui si sottrae il 9% come contributo di solidarietà. Ma qui c’è una chicca: per i fortunati lavoratori agricoli che hanno perso il lavoro da un contratto a tempo indeterminato, l’importo sale al 30% della retribuzione, e senza contributi di solidarietà. E la ciliegina sulla torta: se la vostra domanda viene accolta, l’indennità vi verrà erogata tutta insieme e in un’unica soluzione.
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