Una semplice domanda sembra essere la chiave in un colloquio di lavoro: un interesse che i recruiter apprezzano particolarmente.
Entrare nella mente di un’altra persona è una sfida assai complessa, ma talvolta si rivela per certi versi necessaria. In questo caso parliamo dei recruiter, ossia le persone addette alla mansione di selezionare personale.
Sia che si tratti di un dipendente, un responsabile, o di un’agenzia esterna di assunzioni, questo poco conta: quando si viene chiamati per un colloquio lavorativo è necessario giocare tutte le carte a disposizione.
In questo periodo storico, appunto, non è semplice trovare lavoro, ma anche ottenere l’opportunità di presentarsi. Tuttavia, in un sistema dove il candidato viene analizzato nel dettaglio, anche un banalissimo errore può essere deleterio. In questo frangente, più che trattare cosa ‘non fare’, ci focalizzeremo su cosa dire. Si tratta di una frase banalissima, in grado di cambiare considerevolmente il pensiero sul candidato, che verrà così invaso immediatamente da una luce positiva pronta a portarlo verso l’assunzione diretta.
La frase da dire durante un colloquio di lavoro: il metodo infallibile per essere assunti
La psicologia da sempre ci narra di come ogni atteggiamento, ogni gesto e ogni frase vengano elaborati dalla persona che abbiamo di fronte. Lo facciamo spontaneamente, senza necessariamente avere competenze in linguaggio del corpo o comportamentali. Figuriamoci un addetto alla selezione che dispone di una grande responsabilità: reclutare il personale migliore con solo 20 minuti di colloquio conoscitivo. Ecco che entrano in gioco i dettagli, quelli che seppur sembrino banali, possono fare la differenza.
Oltre a dare una buona impressione con una postura dritta, una gestualità sicura ma umile, e la prontezza nel rispondere in maniera eccelsa alle domande poste, un banale quanto essenziale consiglio è quello di rispondere alla domanda ‘Hai altre domande?’. Ebbene sì, questa fase, per quanto sottovalutata, è importantissima per determinare il futuro del colloquio lavorativo.
La risposta, dunque, dovrebbe essere sempre ‘Sì’, poiché domandare qualcosa in più sul ruolo o sull’azienda denota un certo interesse nella posizione lavorativa, tanto che l’interlocutore non potrà far altro che apprezzare, nonché approfittare dell’opportunità di approfondire le questioni quotidiane. Questo trucco condiviso da Catherine Lockhart, un utente Instagram del Texas, dimostra una valida teoria che accarezza il funzionamento inconscio della psicologia umana.
Ovviamente, una cosa la ragazza ci tiene a precisare: dipende anche dalla domanda che si pone, una in particolare non andrebbe mai fatta. “Non menzionare il PTO (permessi retribuiti) – non chiedere se hanno altri benefici”, ha consigliato la ragazza. In effetti, questa domanda farebbe capire all’interlocutore quali siano le reali intenzioni del candidato, che non combaciano sicuramente con l’interesse per il ruolo.