A partire da quest’anno è stato approvato in via sperimentale un nuovo Bonus Mamme: a quanto ammonta, come funziona e a chi spetta.
Tra gli obiettivi dichiarati dal governo Meloni sin dall’insediamento c’è quello di abbattere il calo delle nascite in Italia. Quello della decrescita della popolazione è un problema noto da tempo ma che per essere risolto richiede una serie di manovre che consentano di migliorare la qualità della vita degli italiani e che spingano i giovani a non tentare il salto all’estero.
Per anni, se non decenni, le scarse prospettive professionali, la mancanza atavica di posti di lavoro, i salari più bassi rispetto alla media europea e l’assenza di tutele e gratificazioni sul luogo di lavoro hanno spinto centinaia di giovani ad abbandonare l’Italia per cercare condizioni migliori nei Paesi limitrofi.
Chiaramente la precarietà e la scarsa tutela del lavoro sono elementi importanti per chi vuole costruire una famiglia, così come lo sono anche dei salari in grado di consentire uno stile di vita e un’istruzione adeguata ai figli che vengono messi al mondo. Attualmente il governo si è mosso solo sul fronte aiuti, incrementando l’ammontare dell’assegno unico e concedendo bonus e agevolazioni per chi ha più di due figli.
Un lavoro lungo e articolato, per il quale ci vorrà tempo
Si tratta però di un primo passo, a cui vanno aggiunti periodi di maternità più lunghi e meglio retribuiti, così come periodi di paternità più consoni alle esigenze di una famiglia in cui entrambi i genitori lavorano. Vanno inoltre incentivati gli asili nido nei posti di lavoro o nei pressi sia statali che privati e va fatto sì che tale servizio sia totalmente gratuito.
Discorso simile va fatto per la sanità e l’istruzione, due diritti che vanno garantiti gratuitamente per tutti (sono già gratuiti i servizi, ma non i costi accessori) e a maggior ragione per chi ha più figli. Vanno calmierati i prezzi dei prodotti per l’infanzia, da riconoscere assolutamente come beni di prima necessità.
In ultimo andrebbe garantito il lavoro per tutti e dei salari minimi in grado di consentire a tutti di avere le medesime possibilità: la forbice economica tra abbienti e non abbienti è sempre più larga e il numero di persone sulla soglia della povertà cresce di anno in anno.
Nuovo bonus mamme per le donne che lavorano
All’interno della legge di bilancio 2024 è stato inserito un nuovo bonus mamme in via sperimentale, sarà infatti attivo per il momento solo fino al 31 dicembre di quest’anno. L’andamento di quello che di fatto è uno sgravio fiscale verrà valutato in questi mesi e in occasione della prossima manovra potrebbe essere rinnovato per un altro periodo di prova o reso strutturale.
La prima cosa da chiarire è che questo bonus è rivolto alle mamme lavoratrici che hanno tre o più figli e che solo per quest’anno è stato esteso anche a quelle che ne hanno due in via sperimentale. Un altro paletto importante da sottolineare è che il bonus è rivolto solamente alle donne lavoratrici con contratto da dipendenti. Verranno escluse dunque tutte quelle madri che svolgono lavori stagionali, che hanno contratti precari o che sono inserite nel quadro delle libere professioniste.
Di fatto si tratta di una decontribuzione: per il 2024 i contributi previsti per lo stipendio non verranno versati e verranno aggiunti allo stipendio base in busta paga, garantendo di fatto un guadagno mensile più elevato del 9,19%. Va però aggiunto che la decontribuzione non potrà superare la soglia dei 3.000 euro annui.
Per quanto riguarda i limiti di tempo previsti da questa misura sperimentale, attualmente sono divisi in questo modo:
- con due figli la decontribuzione fino a quando il secondo figlio, quello più piccolo, avrà compiuto i 10 anni;
- con più di due figli decontribuzione fino al compimento dei 18 anni del figlio più piccolo.
Va infine ricordato che attualmente la misura è sperimentale anche per le mamme lavoratrici che hanno 3 o più figli.