Il tumore del pancreas terrorizza migliaia di persone in Italia ogni anno, e purtroppo la mortalità resta alta. La diagnosi precoce è sempre più importante per salvare vite
Tra i tumori che fanno più paura a sanitari e pazienti, una volta che si incontrano sul suo cammino, ci sono sicuramente quelli che colpiscono il pancreas. Negli ultimi anni, purtroppo, i dati sulla mortalità non sono migliorati in maniera significativa e la prevenzione, oltre agli esami diagnostici ripetuti con i giusti intervalli, resta l’unica vera arma a disposizione dei cittadini per regalarsi qualche chance in più.
Ma non è semplice. I dati del 2022 dicono che ogni anno in Italia si contano ben 14.500 nuovi casi: sono tantissimi, soprattutto considerando che stiamo parlando del cancro con il minor tasso di sopravvivenza sia per l’uomo, sia per la donna. Se a un anno dalla diagnosi se la cavano il 34 per cento dei maschi e il 37,4 per cento delle ragazze, a cinque anni sono l’11 per cento e il 12 rispettivamente, sempre al primo posto tra i tumori a cui si può guarire di meno.
Allora, bisogna adeguare le proprie abitudini: smettere di fumare, evitare abusi di alcol e caffè, muoversi un po’ e fare pace con il proprio peso – l’obesità è uno dei principali fattori predisponenti. La familiarità ovviamente non può essere messa in secondo piano e verrà considerata nella valutazione della storia clinica del paziente, in modo da facilitare il suo percorso di prevenzione.
Tumore del pancreas, i sintomi a cui fare particolare attenzione
Da tumore subdolo qual è, la neoplasia del pancreas spesso non dà sintomi inizialmente, o meglio nulla di così specifico. Poi, la patologia emerge con perdita di peso e di appetito, ittero, dolore nella parte alta dell’addome o alla schiena sono tra i segnali più allarmanti, e spesso è già tardi. Occhio, però, anche a debolezza, nausea o vomito. E il 10/20 per cento dei pazienti si ritrova con il diabete.
Nello specifico si tratta di sintomi che si manifestano una volta che il tumore ha iniziato a diffondersi agli organi vicini o ha bloccato i dotti biliari. È importante, quindi, che le persone, soprattutto con familiarità e oltre i 50 anni, si sottopongano a controlli periodici che servono a valutare la salute di pancreas, fegato e intestino, in modo da avere un quadro chiaro nel tempo. Per effettuare la diagnosi, invece, ci si può avvalere di TC, ecografia e PET, oltre alle analisi molecolari.