L’Italia piange per la scomparsa di un grande campione: Serie A in lutto, era un indolo di più di una tifoseria
Un tremendo lutto ha sconvolto il mondo del calcio. Ci ha lasciati all’improvviso un grande campione, una leggenda appartenente a un passato lontano ma mai dimenticato, soprattutto dai tifosi di alcune delle più importanti squadre italiane.
Protagonista storico del nostro calcio, è scomparso in questi giorni a causa di un brutto male con cui lottava ormai da tanti anni, ma che in qualche modo era riuscito a tenere a bada, almeno fino a poche ore fa.
Dal 2010 combatteva purtroppo con la leucemia, un male tremendo che avrebbe potuto abbattere, nello spirito e nel morale, qualunque persona. Ma non lui. Nonostante la drammatica sfida che era stato chiamato ad affrontare, ha vissuto la lotta con la malattia con grande ottimismo, con il sorriso stampato sul volto e una straripante voglia di vincere anche questa battaglia.
D’altronde, nomen omen, Jorge Toro era un uomo difficile da abbattere, in tutti i sensi. E lo aveva largamente dimostrato non solo nel corso della sua carriera, vissuta a lungo anche in Italia, ma anche in questi ultimi giorni, non privi di momenti di grande dolore, gli ultimi attimi prima di dire addio alla vita, circondato dai suoi cari nella Costa Centrale.
Prima ancora di Arturo Vidal, prima di Zamorano e Salas, ad aprire le porte del calcio italiano ai più grandi talenti del Cile fu proprio Jorge Toro. Classe 1939, era un centrocampista atipico ma di grande talento, dotato di un ottimo destro, di un tiro potente e anche di grande acume tattico.
Protagonista prima in patria, si fece conoscere dai tifosi italiani nel 1962, quando fu tra i mattatori della nostra Italia ai Mondiali giocati in casa dalla formazione sudamericana. In una sfida del girone sconfisse infatti proprio gli azzurri, mettendo a segno il gol del definitivo 2-0, non immaginando all’epoca che proprio dalle nostre parti sarebbe riuscito a diventare un eroe.
Subito dopo quell’edizione del campionato del mondo, Toro venne prelevato dalla Sampdoria, che lo strappò al Colo Colo per 150mila dollari, un prezzo record per l’epoca. E se all’inizio il suo impatto con il nostro calcio non fu straordinario, nella stagione successiva, con la maglia del Modena, riuscì a trasformarsi in un autentico leader della sua squadra, oltre che in uno dei migliori interpreti del suo ruolo nell’intero campionato.
Fu proprio con i Canarini dell’Emilia che divenne una leggenda, collezionando 122 presenze e 18 gol, di cui alcuni di pregevole fattura, specialmente su calcio piazzato. Emozioni che in città nessuno ha mai dimenticato, e che adesso verranno tramandati ai posteri come il ricordo indelebile di un’epoca in cui l’unico Toro che imperversava in Italia non era certo Lautaro Martinez, bensì un ragazzo cileno diventato “eroe dei due mondi”.
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