Spunta un nuovo virus, un uomo anziano è stato il primo contagiato: ecco di cosa si tratta, cosa si rischia e quali sono i sintomi a cui fare attenzione.
Il Covid-19 ha tenuto il mondo intero in apprensione per oltre due anni e ancora oggi si registrano numerosi casi, non solo in Italia. Grazie ai vaccini e all’immunizzazione generale, però, il Covid oggi fa decisamente meno paura di qualche tempo fa, in particolare per i soggetti sani e senza particolari malattie pregresse.
L’attenzione, però, non è mai abbastanza, soprattutto da quando è spuntato un nuovo virus che potrebbe essere potenzialmente pericoloso, in particolare in alcuni casi. Si tratta di una malattia che ha infettato finora poche persone e il primo contagiato è stato un uomo anziano.
Esistono già delle cure specifiche e i sintomi sono molteplici, ma ce ne sono alcuni molto indicativi a cui bisogna fare attenzione: ecco quali sono e quando è necessario rivolgersi al medico, scopriamo insieme tutti i dettagli.
Un uomo anziano è stato il primo contagiato dal nuovo virus che c’è in circolazione: ecco di cosa si tratta e quali sono i sintomi
Tutti i cittadini del mondo, ormai, conoscono il Covid-19, i suoi sintomi e i rischi che si corrono, ma solo in pochi sono invece a conoscenza del nuovo virus di cui si sta parlando in questi giorni. Le notizie sono piuttosto pesanti e arrivano dall’Alaska, dove sono stati registrati i primi contagi. Un uomo anziano ha anche perso la vita dopo essere stato infettato.
La malattia si chiama Alaskapox, meglio nota come vaiolo dell’Alaska, ed è un virus che appartiene al genere Orthopoxvirus, un ceppo di cui fanno parte anche altri virus come il vaiolo delle scimmie, di recente arrivato anche in Italia. Stando a quanto si apprende dal Dipartimento della Salute dell’Alaska, il virus è stato scoperto per la prima volta nel 2015 e infetta in particolare gli animali come piccoli roditori, ovvero toporagni e scoiattoli, ed è piuttosto raro negli esseri umani.
Nonostante questo, però, in Alaska ci sono stati 7 casi negli ultimi mesi. 6 di questi si sono risolti in maniera tranquilla, con delle cure a base di farmaci antivirali e immunoglobulinici, mentre il caso dell’uomo anziano purtroppo ha portato alla morte. L’uomo, però, era già in cura con terapie antitumorali e, dopo essere stato contagiato nel settembre 2023 presumibilmente da un gatto randagio di cui si occupava, ha perso la vita a gennaio 2024, a causa del progressivo peggioramento delle sue condizioni.
Il contagio arriva, dunque, dal contatto con animali infetti e sembra piuttosto raro tra gli uomini, ma secondo gli esperti sarebbe possibile infettare altri esseri umani attraverso il contatto stretto, lo scambio di fluidi corporei o anche per via aerea, proprio come avviene con il vaiolo delle scimmie.
I sintomi del vaiolo dell’Alaska sono molteplici, ma i più importanti sono delle lesioni cutanee che ricordano le punture di insetto. Oltre a questi, poi, si registrano pelle arrossata e dolori muscolari e articolari simili a quelli classici dell’influenza. Nella maggior parte dei casi, lo ripetiamo, il decorso dell’infezione è piuttosto tranquillo, ma nei casi di pazienti immunocompromessi la situazione può aggravarsi anche fino alla morte.