Sapevi che alcune carte prepagate non sono soggette a pignoramento? Se vuoi saperne di più, non ti resta che leggere l’articolo
Essendo soggette a degli adempimenti in piena regola, buona parte delle carte prepagate esistenti sono soggette a pignoramento. Ma non tutte presentano queste modalità. Buona parte degli utenti, sapendo in anticipo certe informazioni, probabilmente sceglierebbe in maniera diversa.
Per cui, se rientri tra quelle persone che ancora devono sottoscrivere il loro primo contratto per una carta prepagata, dovresti proseguire con la lettura. Troverai tutto quello che c’è da sapere su quelle carte che, per vincoli e condizioni particolari, non possono affatto essere soggette a pignoramento.
Ecco quali carte non si possono pignorare
Esistono carte che non si possono pignorare. Allo stesso tempo, in caso di inadempienze particolari da parte di una persona, la carta prepagata è uno dei primi beni personali che cadrebbe vittima di questo provvedimento. Ma quali sono le carte soggette a protezione?
Alcuni volti noti del pagamento con carta, come per esempio la Postepay, sono soggette eccome a pignoramento. Quelle definite “usa e getta” rappresentano invece un’ottima alternativa. Il motivo? Sono carte anonime, per le quali non è necessario un nome associativo, né generalità particolari né tantomeno un IBAN intestatario.
Queste motivazioni impediscono il pignoramento a chi di dovere, dato che non c’è alcun soggetto a cui fare riferimento. Non sono tuttavia carte adatte all’utilizzo nel lungo periodo. Questo poiché il denaro presente al loro interno può essere soltanto speso, e non prelevato. Si hanno dunque forti limitazioni nelle operazioni, cosa che invece le carte pignorabili non presentano.
Una situazione vagamente paradossale, che impone colui o colei che ne fa uso ad una scelta: o il rischio di pignoramento, o l’anonimato con limitazioni. Le suddette carte “anonime” sono anche molto difficili da reperire, dato che più o meno tutte richiedono un codice IBAN da associarvi.
La soluzione più istintiva è quella di prelevare il proprio denaro e salvaguardarlo in cassette di sicurezza apposite. Anche in questo caso però, non ci si potrà affatto dichiarare al sicuro. I creditori, giustamente, esigeranno quanto gli spetta, e sfuggirgli sarà molto difficile. Senza contare che, per i prelievi superiori ai 10.000 euro, le autorità possono effettuare degli accertamenti sull’operazione in questione.
Leggendo queste righe, viene da sé che sfuggire al pignoramento sia una pratica difficile e, molto spesso, fortemente sconsigliata.