Secondo l’ultimo studio dei ricercatori americani, questi lupi potrebbero essere immuni al cancro.
È possibile che un certo gruppo di lupi sia più resistente ai tumori di altri? Questo è quello che ha cercato di scoprire il team della biologa evoluzionista Cara Love, dall’università di Princeton. Il team ha avuto molto da dire all’incontro della Society of Integrative and Comparative Biology di Seattle, dove hanno presentato le informazioni raccolte fino a oggi.
Il gruppo di lupi che ha attratto l’interesse del gruppo di ricercatori è quello che vive nei dintorni di Chernobyl. Generazioni di lupi, infatti, continuano a sopravvivere nei dintorni della zona radioattiva di esclusione, dove le particelle radioattive coprono 1.000 miglia quadrate. Il gruppo di Cara Love si è avventurato nella zona radioattiva e ha monitorato attivamente i lupi in questione, utilizzando dei collari per monitorarne i movimenti e controllare la quantità di radiazioni assorbita. Hanno prelevato dei campioni di sangue, per verificare la reazione del corpo alle radiazioni che causano i tumori.
Lupi immuni al cancro: i risultati della ricerca
Secondo i dati ottenuti grazie ai collari, il team di Love ha stabilito che i lupi vengono esposti ogni giorno a più di 11,28 millirem di radiazioni (sei volte oltre il limite di sicurezza per l’uomo), con cui convivono per tutta la loro vita. Love ha osservato attentamente il sistema immunitario degli animali, che risulta alterato in modo simile ai pazienti sotto radioterapia. Questa non è l’unica scoperta: alcune delle informazioni genetiche dei lupi sembrano aver sviluppato una resistenza all’aumento del rischio della malattia. Sembra, quindi, che i lupi di Chernobyl siano riusciti a sviluppare una maggiore resistenza ai tumori.
L’analisi non è ancora stata pubblicata su una rivista scientifica a causa di alcuni ostacoli negli ultimi anni, come la pandemia del COVID-19 e la guerra in Ucraina che ha reso difficile per il team di Love tornare nella zona radioattiva. La sicurezza del team è la parte più importante, secondo la dottoressa. Il team di Love non è l’unico interessato alle conseguenze di Chernobyl: una ricerca ha infatti individuato dei cani dal DNA modificato che hanno creato una nuova razza. Bisognerà attendere la pubblicazione su una rivista scientifica per avere gli altri dettagli della ricerca di Love, che per ora ha condiviso questi dettagli durante l’incontro a Seattle.