Nuova scoperta che riguarda l’Alzheimer: un test che non ci farà fare sonni tranquilli ma sarà molto utile.
L’Alzheimer è una malattia degenerativa del cervello, una delle più terribili. Comincia silente in periodi della vita lontani dalla vecchiaia, non possiamo rendercene conto, lo sapremo solo quando la malattia comincerà a dare i suoi segnali. Purtroppo la perdita delle capacità cognitive, motorie e di controllo del corpo sono progressive e nonostante i molti studi che si sono fatti e che ancora sono in atto in ogni parte del mondo, ancora non abbiamo una cura risolutiva.
Ci sono farmaci che, se la malattia è diagnostica precocemente, possono ritardarne gli effetti, in campo medico è stato fatto tanto ma fortunatamente la ricerca non è stata mai abbandonata. Si tende, in contemporanea, a cercare farmaci che risolvano o arrestino il problema ma soprattutto a diagnosticarla il prima possibile per poter rendere la qualità della vita dei pazienti migliore. Un team di ricercatori svedesi ha creato qualcosa di molto interessante che potrebbe essere una vera rivoluzione a riguardo.
Il team di ricercatori svedesi ha pubblicato sulla rivista Jama Neurology il lavoro che è stato svolto: hanno scoperto che si può sapere molto in anticipo cosa può accadere nella vita del paziente attraverso la misurazione di una proteina p-Tau271, questa è un bio-marcatore sanguigno, specifico per la malattia di Alzheimer. Questa scoperta è una vera rivoluzione perché fornisce i mezzi per individuare precocemente la malattia.
Lo studio è stato effettuato su 786 persone, uomini e donne con età media di 66 anni; la misurazione dei livelli di proteina p-Tau271, ha permesso di individuare anche la presenza di proteina beta-amiloide che accumulandosi forma delle placche intorno alle cellule nervose generando così la malattia. Quindi un semplice esame del sangue potrebbe diagnosticare la malattia molto prima che altri esami diagnostici. Alcuni dicono addirittura 15 anni prima, l’idea quindi sarebbe quella di avere un test il più attendibile possibile, per fare un vero e proprio screening di prevenzione dai 50 anni in poi. Un po’ come facciamo già ora per altri tipi di malattie.
La diagnosi precoce permetterà di trattare la malattia molto prima che insorga e bisogna considerare anche che la ricerca va avanti ed è probabile che avremo presto altri farmaci sempre più efficaci. Il Professor Rossini direttore del dipartimento di Neuroscienze al San Raffaele di Roma, ha spiegato che il test è sicuramente un’ottima scoperta, anche perché trattandosi di un semplice prelievo di sangue, può essere fatto ovunque ma è molto importante che venga sperimentato su numeri molto più alti di popolazione e in vari e diversi territori.
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