Nella compilazione del Curriculum Vitae occorre prestare molta attenzione. In caso di mezze verità o informazioni false si può essere licenziati.
Il Curriculum Vitae è il biglietto di presentazione inviato quando si è in cerca di lavoro. Deve essere dettagliato e completo ma soprattutto deve contenere informazioni vere. In caso contrario si potrebbero passare guai seri.
La ricerca del lavoro può essere estenuante. Tanti curriculum inviati e nessuna risposta oppure sempre rifiuti. L’umore ne può risentire così come la fiducia in sé stessi e nel fatto che prima o poi arriverà la chiamata tanto attesa. La delusione può portate a commettere errori come quello di inserire nel CV informazioni non veritiere per convincere il reclutatore di essere all’altezza del ruolo da ricoprire.
Ebbene, non bisogna lasciarsi trascinare dalla disperazione, porta a compiere sbagli dalle conseguenze gravi. Parliamo del licenziamento e perfino della reclusione, tutto per un Curriculum Vitae falso o ritoccato. La menzogna non paga, solo l’onesta è la via che porterà alla realizzazione di sé e bisogna tenerlo a mente quando si compila il CV. Dovrà rispecchiare le capacità reali, le attitudini e la formazione seguita senza menzogne o mezze verità.
Ritoccare il CV è sbagliato anche se sembra una modifica di poco conto come, ad esempio, una conoscenza maggiore di una lingua straniera rispetto a quella che si ha realmente. Mentire è uno sbaglio sia perché durante il colloquio di lavoro si potrà facilmente cadere in trappola se il reclutatore fa una domanda su qualcosa che non si conosce sia per le conseguenze in caso di assunzione.
Capiamo meglio cosa dice la Legge. Gonfiare le capacità e le attitudini non è un reato penale. Sono valutazioni soggettive prese come tali dal reclutatore che sa bene di dover approfondire questi campi. Diverso il caso in cui ad essere false sono le voci relative ai titoli di studio. Si inserisce, ad esempio, una Laurea che in realtà non si è mai conseguita. L’Articolo 640 del Codice Penale stabilisce il reato di truffa per chi fornisce false documentazioni.
Conseguenza è la reclusione tra sei mesi e tre anni con una sanzione tra 51 e 1.032 euro. Alla responsabilità penale si affianca l’imbroglio ai danni del datore di lavoro che assume una persona che in realtà non rappresenta ciò che ha scritto nel CV. L’azienda può licenziare in tronco il dipendente per giusta causa e chiedere il risarcimento danni.
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