Cosa fare se si vuole escludere il coniuge separato dall’eredità: gli errori da evitare per procedere secondo la legge.
Nel nostro paese, la separazione è una fase obbligatorio prima di accedere al divorzio che ha una dimensione più definitiva, e comporta i suoi effetti sul piano ereditario in modo stabile.
Prima di ogni aspetto, è bene fare sottolineare le differenze tra separazione consensuale e giudiziale. Nel primo caso, la separazione deve consistere in un allontanamento di almeno sei mesi. Trascorso questo tempo, si potrà accedere al divorzio, mentre nel secondo caso il periodo minimo stabilito dalla legge è pari ad un anno. Durante il periodo di separazione, diversamente rispetto a quanto accade con il divorzio, non tutti i diritti coniugali vengono interrotti. Ad esempio, i diritti di successione non vengono sospesi, anche se ci sono delle eccezioni.
In particolare, se la separazione avviene con addebito, il coniuge responsabile dell’evento non ha più ogni diritto alla successione ereditaria. Inoltre, è possibile eliminare l’ex coniuge dall’eredità tramite testamento. Inoltre, ci sono delle condizioni determinate per cui il testamento può essere contestato: la coppia deve essere nel momento della separazione (non divorziata), l’ex coniuge non deve aver subito l’addebito della separazione, e il coniuge defunto deve essere morto prima dell’avvenuto divorzio.
Un’altra situazione da prendere in esame è quella che viene chiamata la separazione di fatto, dove gli sposi vivono separati senza formalizzare legalmente il loro status. In questo caso, la norma considera i coniugi come non separati, e quindi non è consentito diseredare l’altro coniuge. Quest’ultimo può accedere a una parte dell’eredità come “erede legittimario o necessario”.
Una volta arrivati al divorzio, la situazione cambia di netto. Il divorzio ha l’effetto di portare alla perdita dei diritti sulla successione, senza badare all’esistenza di un testamento. Quando non c’è separazione o divorzio, il coniuge viene valutato come un erede necessario, che dunque ha diritto a una quota del patrimonio del defunto.
È bene evidenziare anche il diritto del coniuge ancora vivo di vivere nella casa coniugale, che di fatto è la residenza familiare. Questo diritto si espande anche al contratto di affitto della casa, che si può trasferire al coniuge. Ad ogni modo, questo diritto si perde in caso di separazione, mentre resta in piedi il diritto alla pensione di reversibilità.
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