Montante contributivo rivalutato: scopri come funziona e di quanto potrà aumentare la pensione in base a questo parametro.
Alla fine della propria carriera lavorativa, per molti dipendenti arriva la pensione, si tratta di una prestazione previdenziale garantita dal nostro ordinamento, consiste in una rendita riconosciuta al lavoratore al momento del raggiungimento di una determinata anzianità anagrafica oltre che contributiva.
Il montante contributivo è di fondamentale importanza per calcolare le pensioni che fanno riferimento al sistema contributivo, in base al montante individuale, può essere individuato il capitale che il lavoratore ha accumulato nel corso degli anni ai fini della pensione. Il proprio montante dei contributi, viene calcolato come la somma dell’ammontare dei contributi di ciascun anno. Ogni anno viene rivalutato sulla base del tasso di capitalizzazione che deriva la variazione media quinquennale del Pil calcolato dall’Istat, il quale si riferisce al quinquennio precedente l’anno da rivalutare.
Montante contributivo ecco come influenzerà la tua pensione
Quando si raggiungono i requisiti per ottenere la pensione di vecchiaia, che sia anticipata o di anzianità, è fondamentale saper calcolare l’ammontare dell’assegno previdenziale in maniera corretta oltre all’età anagrafica e agli anni di contribuzione, è necessario essere a conoscenza anche del proprio montante contributivo si tratta dell’importo complessivo di contributi versati durante la propria carriera.
Questo dato è molto importante per calcolare la propria pensione in quanto questa somma in particolare, rappresenta il capitale che il lavoratore ha accumulato nel corso degli anni di lavoro ai fini pensionistici. In base alla riforma delle pensioni Fornero, dal gennaio 2012 il calcolo viene effettuato pro quo, e si riferisce anche a chi nel 1995 aveva già 18 anni di contributi.
Per determinare il montante, bisogna individuare diversi dati, sarà importante infatti tenere conto della base imponibile annua, della retribuzione, del reddito e del totale dei contributi versati. Per il montante individuale dunque, bisogna tener conto anche dell’ammontare dei contributi di ogni anno, il montante viene rivalutato ogni anno in base al tasso della capitalizzazione, la quale è strettamente collegata al Pil dell’Istat.
Per quanto riguarda invece la rivalutazione, dovrà essere calcolata al 31 dicembre senza tener conto della contribuzione relativa all’ultimo anno di lavoro, non sarà necessario dunque riportare anche l’ultimo anno di contribuzione. Chi va in pensione nel 2023 ad esempio, secondo il coefficiente di capitalizzazione che sarà applicato ai contribuenti relativamente ai contributi versati fino al 2021, sarà pari allo 0,9758 %.