Si torna a parlare di Assegno di Inclusione che prende il posto del Reddito di Cittadinanza, ma con diversi parametri di accesso e gestione dell’incentivo, ma attenti al messaggio di blocco.
L’era dedicata al Reddito di Cittadinanza si è conclusa ufficialmente diversi mesi fa e solo gli aventi realmente, diritto con canoni ben precisi ne hanno usufruito fino ad oggi. In questo frangente, però, a farsi strada troviamo l’Assegno di Inclusione, introdotto con il nuovo Decreto Lavoro.
Facciamo riferimento a un incentivo economico che ha un duplice scopo: sostenere l’avente diritto e metterlo in contatto con agenzie addette alla ricerca del lavoro, con contatti sul territorio tra regione, provincia e comune. Ma solo con una domanda corretta.
Eseguite questa operazione affidandovi ai patronati caf per espletare tutti i passaggi senza errori, così da non veder rigettata la richiesta. Ricordiamo che il sussidio è diretto ai cittadini italiani, o che risiedono nella nazione da cinque anni, con un Isee inferiore a 9360 euro, i quali nel loro nucleo familiare hanno almeno una persona minorenne, ultrasessantenne, con disabilità o assistito dagli assistenti sociali.
La richiesta di sussidio si divide in due parti che vanno espletate in modo corretto, la prima prevede la compilazione della richiesta e la seconda del Patto Digitale.
Dopo aver espletato la prima parte di registrazione per la richiesta relativa al sussidio, passiamo alla stipula del patto digitale nel quale il beneficiario deve fornire tutte le informazioni che lo riguardano al fine di attivare un servizio personalizzato di avvio al lavoro. Il patto in questione, quindi, ha come scopo principale quello di essere messi in contatto con tre agenzie di lavoro e/o enti di attività di intermediazione.
Nel caso in cui i due passaggi previsti per l’attivazione dell’Assegno di Inclusione non verranno espletati nel modo corretto così come previsto, il beneficiario dell’incentivo economico riceverà un sms di blocco che può bloccare del tutto la richiesta, facendola decadere.
Al fine di evitare di imbattersi in questo tipo di problematica, quindi, il consiglio rimane sempre lo stesso: affidarsi ad un patronato caf che possa seguire la vostra pratica sottoscrivendo entrambe le richieste con doppio passaggio così come già previsto dalla norma che disciplina l’Assegno di Inclusione. In questo modo, l’avente diritto al sussidio previsto potrà avere accesso il prima possibile al fondo, messo in contatto con gli enti di ricerca lavoro per ristabilire la propria posizione e trovare l’impiego a seconda di preferenze e capacità.
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