Da gennaio molti inizieranno a ricevere l’assegno di inclusione. In alcuni casi non vi è l’obbligo di partecipare a percorsi formativi.
Da gennaio l’assegno di inclusione prenderà a tutti gli effetti il posto del vecchio Reddito di cittadinanza. Alcune persone saranno esonerate dall’obbligo di prendere parte a percorsi organizzati dai Centri per l’impiego.
Gennaio 2024 è arrivato e con esso si chiude un capitolo e se ne apre un altro. Si chiude per sempre il capitolo del Reddito di cittadinanza introdotto nel 2019 su spinta del Movimento Cinque Stelle. Si apre il capitolo dell’Assegno di inclusione: sussidio studiato dal Governo Meloni per sostenere i nuclei familiari più bisognosi e in cui sia presente almeno un soggetto non occupabile.
A differenza del vecchio Reddito di cittadinanza, infatti, l’assegno di inclusione si rivolge solo a quelle famiglie in cui sia presente un soggetto con disabilità o con disturbi psicosociali, un minorenne oppure una persona con almeno 60 anni. Per avere diritto all’agevolazione è inoltre necessario che il reddito annuo non superi i 6000 euro. Per ottenere il sussidio, oltre a fare richiesta, è indispensabile sottoscrivere il Patto di inclusione e partecipare a determinati percorsi. Ma alcuni soggetti sono esonerati da quest’obbligo.
Assegno di inclusione: chi è esonerato dagli obblighi
Nessun obbligo di partecipazione ad attività di politiche attive per alcuni percettori dell’Assegno di inclusione, il nuovo sussidio che ha preso il posto del Reddito di cittadinanza. Vediamo di chi si tratta.
Come anticipato, per ottenere l’assegno di inclusione, non è sufficiente fare richiesta all’Inps ma bisogna anche sottoscrivere il Patto per l’inclusione sociale. Esso prevede che i percettori del sussidio di Stato prendano parte a determinate attività organizzate dai Centri per l’impiego volte a migliorare la situazione economica delle famiglie e a renderle economicamente indipendenti.
Alcuni soggetti, però, pur beneficiando dell’Assegno di inclusione non hanno l’obbligo di partecipare a questi percorsi di inclusione sociale. Sono esclusi da quest’obbligo: i minorenni, i membri della famiglia che lavorano o che frequentano un corso di studi, i titolari di una pensione o i percettori della pensione di cittadinanza, i disabili e i familiari con almeno 65 anni. Tutti costoro possono non sottoscrivere il Patto per l’inclusione sociale e possono non partecipare a nessuna attività organizzata.
Ricordiamo che l’assegno di inclusione può essere erogato per 18 mesi e, dopo un’interruzione di un mese, può essere prorogato per altri 12. L’importo è di 500 euro al mese più eventuali altri 280 euro per quelle famiglie che vivono in affitto. Nel caso di nuclei familiari composti solo da anziani con almeno 67 anni oppure da anziani e disabili il contributo base sale a 630 euro al mese più 150 euro per l’affitto. Nel caso in cui una famiglia, invece, viva in una casa di proprietà, per avere diritto al sussidio, il valore dell’immobile non deve superare i 150.000 euro.