Il tumore della prostata è tra i più diffusi nella popolazione maschile, e alcuni soggetti sono più a rischio di altri. Ma ci sono alcuni semplici accorgimenti salvavita.
Uomo, di mezza età, con uno stile di vita poco corretto e un disturbo urinario: è l’identikit tipico del paziente affetto da tumore della prostata. Una patologia che origina dalla crescita sregolata delle cellule presenti all’interno di una ghiandola, la prostata appunto, presente solo negli uomini, delle dimensioni di una noce, ma suscettibile di ingrossarsi con conseguenze spesso fatali.
Nel nostro paese il tumore alla prostata è il più diffuso nella popolazione maschile e rappresenta quasi il 20% di tutti i tumori diagnosticati nell’uomo, con decine di migliaia di nuovi casi ogni anno a livello nazionale. Oggi, fortunatamente, il rischio di morire a causa di questa malattia è significativamente più basso che in passato. Ma come sempre la prevenzione e una diagnosi tempestiva giocano un ruolo cruciale.
Tutte le avvisaglie del tumore alla prostata
Il primo fattore da tener presente è l’età. Le possibilità di ammalarsi di tumore alla prostata sono ridotte prima dei 40 anni, ma aumentano esponenzialmente dopo i 50 anni e circa 2 diagnosi su 3 riguardano la popolazione maschile over 65. Poi c’è la familiarità: il rischio di ammalarsi aumenta del 100% se un parente consanguineo ha contratto la stessa malattia.
Ma non meno importanti sono i fattori di rischio legati allo stile di vita: un’alimentazione ricca di grassi saturi, una condizione di obesità, la carenza o la mancanza di esercizio fisico sono solo alcuni dei comportamenti – sempre più diffusi nel mondo occidentale e non solo – che possono favorire lo sviluppo di questo tipo di tumore.
E i sintomi? Almeno nelle fasi iniziali, il tumore della prostata è asintomatico. La diagnosi fa tipicamente seguito a una visita urologica con esplorazione rettale e controllo del PSA mediante prelievo del sangue. Col progredire della malattia, come accennato, si manifestano sintomi urinari: difficoltà e/o dolore a fare pipì, eccessiva frequenza del bisogno e/o sensazione di non averlo completamente appagato, presenza di sangue nelle urine o nello sperma. In tutti questi casi è opportuno rivolgersi al proprio medico o direttamente a uno specialista urologo per valutare ulteriori accertamenti.
Sebbene non esista una prevenzione primaria specifica, ci sono alcuni comportamenti sicuramente raccomandabili per la vita di tutti i giorni. Per esempio, mangiare più frutta, verdura, cereali integrali e meno carne rossa, soprattutto se grassa o troppo cotta, e ridurre al minimo i cibi ricchi di grassi saturi. Ma anche mantenere un peso regolare e tenersi in forma con l’esercizio fisico. E, in presenza di fattori di rischio, sottoporsi ogni anno a una visita urologica.