Filippo Magnini ricorda ora uno dei momenti più difficili vissuti nella sua vita, in cui la sua immagine era stata vista in maniera negativa a causa di una vera ingiustizia.
Oggi Filippo Magnini è noto soprattutto per il matrimonio con Giorgia Palmas, grazie a cui è diventato papà della piccola Mia. Gli appassionati di sport non possono certamente dimenticare il suo passato da nuotatore, dove aveva reso orgoglioso il nostro Paese con le sue doti.
Proprio sul finire della sua carriera, però, il suo nome era finito su giornali con un’accusa che non può che essere pesante per tutti: era stato squalificato per doping, nonostante lui avesse detto in più occasioni di non essersi mai comportato in modo scorretto. Nonostante l’assoluzione, lui non può dimenticare quanto quella vicenda gli abbia fatto male.
Uno sportivo desidera ovviamente essere ricordato per i risultati che riesce a ottenere, anzi paradossalmente se entra nel cuore anche di chi non è appassionato di sport (non certo per vicende che riguardano la vita privata) significa che davvero ha fatto qualcosa di speciale. Questo è quanto è accaduto solo in parte a Filippo Magnini, uno dei nuotatori più importanti d’Italia, ma il cui curriculum è stato macchiato da una vicenda poco piacevole.
Il 6 novembre 2018 il pesarese era stato infatti condannato a quattro anni di squalifica dal Tribunale Nazionale Antidoping 2. L’accusa era proprio quella di essersi dopato, nonostante lui si fosse sempre dichiarato innocente.
Sostenere da parte sua di non avere violato il regolamento era servito a poco, le uniche accuse che gli erano state tolte erano quelle di favoreggiamento e somministrazione o tentata somministrazione di sostanze.
Solo nel 2020 lo sportivo era riuscito a farcela e a ottenere finalmente l’assoluzione a cui tanto aspirava, nonostante non avesse avuto la possibilità di gareggiare per due anni. Nascondere la sua emozione quando era arrivato il verdetto era stato impossibile.
“Sono sempre stato un atleta e una persona corretta – aveva scritto sul suo profilo social rivendicando di avere sempre voluto comportarsi in maniera rispettosa delle norme -. Il Tas mi ha assolto in pieno. Io ho sempre vinto le gare negli ultimi metri, anche in questo caso è avvenuto lo stesso. Mi hanno sempre insegnato a non mollare mai”.
Avere ottenuto l’assoluzione è stato certamente positivo per Filippo Magnini, ma è impossibile ancora adesso a distanza di tempo dimenticare quanto sia stata pesante l’amarezza provata quando tutti lo credevano colpevole.
L’affetto delle persone più care è stato importante in quei momenti, ma è stata la consapevolezza di essere vittima di un’ingiustizia a causargli dispiacere: “Non sono stato ferito dalla decisione di essere sospeso dall’attività sportiva – aveva detto in occasione della presentazione del libro di Mike Maric, medico e campione mondiale di apnea a cui lui è legatissimo -. La mia immagine è stata infangata dalle accuse di doping, quello mi ha fatto soffrire. I momenti peggiori sono stati quando ero solo e dovevo pensare, quando si chiudono gli occhi si sente addosso tutto lo stress che una situazione simile provoca”.
Dimenticare del tutto quella fase sarà però difficile: “Io ho fatto sempre il possibile per battermi contro il doping. Ne sono uscito, pensando sempre e solo positivo. La mia immagine poteva però essere minata per sempre, c’è stato questo rischio”.
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