Andare in pensione all’età di 66 anni e con 20 anni di contributi è possibile, ma solo per una specifica categoria: vediamo quale.
Nel sistema contributivo puro è contemplata la possibilità di abbandonare il mondo del lavoro all’età di 66 anni avendo raggiunto i 20 anni fiscali di contributi versati allo Stato. Questa possibilità rientra tra le formule di pensionamento anticipato contemplate e consentite dall’ordinamento italiano, ma può essere applicata soltanto ad una categoria specifica di contribuenti.
Si tratta della cosiddetta “Quiescenza di Vecchiaia”, una norma che venne introdotta nel 1995 attraverso la legge numero 335 della Riforma Dini e che garantisce un anticipo al pensionamento pari a 4 mesi per ogni figlio, fino ad uno “sconto” temporale massimo di 12 mesi, ovvero di un anno, rispetto all’età pensionabile ordinaria.
Dunque la possibilità vale per le lavoratrici italiane che, con 20 anni fiscali di contributi versati allo Stato, possono andare in pensione anticipata a 66 anni e 8 mesi di età anagrafica in caso abbiano avuto un figlio, a 66 anni e 4 mesi in caso ne abbiano avuti due e a 66 anni compiuti in caso invece abbiano avuto almeno tre figli. Tuttavia, occorre soddisfare un particolare requisito.
Il sistema che consente alle lavoratrici madri di beneficiare della quiescenza
Per beneficiare della quiescenza di vecchiaia, tuttavia, alle lavoratrici madri italiane occorre soddisfare un altro requisito: i contributi versati durante l’attività professionale devono necessariamente ricadere nel sistema contributivo. In altre parole, i versamenti dei contributi devono essere stati effettuati a partire dal primo di Gennaio 1996. In caso contrario, il diritto al pre-pensionamento non viene garantito.
Tuttavia, con la nuova Legge di Bilancio 2024 sono previsti cambiamenti importanti per chi raggiungerà i requisiti della pensione anticipata a partire dal prossimo primo gennaio. In particolare sarà la cosiddetta Quota 103 a subire le modifiche più significative, ovvero una finestra mobile più lunga, una soglia massima erogabile pari a 2.555,00 Euro mensili e il calcolo della pensione effettuato con il metodo contributivo puro.
L’istituto della cristallizzazione del diritto, però, consentirà alle lavoratrici e ai lavoratori che abbiano maturato il diritto alla pensione anticipata entro il 31 Dicembre 2023 di mantenerlo valido pur decidendo di continuare a lavorare oltre quella data, ad esempio perché intendono accumulare più contributi al fine di aumentare l’importo della pensione che percepiranno, anche se nel frattempo le regole dovessero cambiare.