Segnali di affinità, di complicità e di una profonda, appagante ed estremamente confortevole leggerezza: ed è subito amore!
A volte sembra davvero una magia, non è così? Due perfetti sconosciuti, che il caso o chissà cosa ha deciso di far incontrare, che tutto ad un tratto decidono di prendersi cura l’una/o dell’altra/o. E l’attrazione diventa un’entità tangibile, una corrente rigenerante e nutriente a cui abbandonarsi senza alcun timore, soltanto con meraviglia, eccitazione e forse un pizzico di incredulità, mista a un sentimento incontenibile di gratitudine.
Certo: “Ama te stesso” è un motto contemporaneo assai popolare, molto “selfie” d’altronde, in una società globale che ad ogni pie’ sospinto rivendica il valore del mostrare se stessi, dello spendere se stessi, vendere se stessi, il proprio valore, la propria unicità, e chi più ne ha più ne metta. A tutti i costi e senza indugi, e spesso anche senza vergogna. Tuttavia anche amare e sentirsi amati, senza apparente motivo né condizione imposta alcuna, non è poi così male.
E alcuni segnali sono inequivocabili: catapultano gli amanti da una dimensione di anonimato ad una di intimità prima ancora di aver raggiunto anche solo l’istante. E il rapimento è compiuto. E come riconoscere questi segnali? Oh, è semplicissimo: vivendoli. Così com’è semplicissimo, e travolgente, goderli: ridere insieme per le stesse sciocchezze, finire le frasi l’una/o dell’altra/o, percepire le felicità e i problemi dell’altra/o come propri. Insomma, non è proprio possibile fraintendere.
I segnali dell’affinità elettiva: eccone alcuni
Dicevamo: ridere insieme. Quante volte ci è capitato di faticare a condividere il nostro senso dello humor? Poi, però, si presenta nella nostra vita una persona con cui ridere delle stesse apparenti banalità, anche le più sciocche, pare la cosa più naturale del mondo. E le risate diventano duetti, si mescolano e intrecciano anch’esse come amanti insaziabili, e riverberano in noi per giorni e giorni, e forse per sempre.
Oppure iniziamo a dire la stessa cosa, e di continuo, finendo costantemente le frasi l’una/o dell’altra/o. È l’intesa. E un moto di vitalità inedito, che giunge forse da una “compagna” ignorata da tempo (la coscienza), ci spinge d’improvviso verso un desiderio incontenibile e inspiegabile: essere migliori. Maturare. Evolvere. Da soli e insieme. Ma perché? E anche gli sguardi si fanno sempre più simili, gli atteggiamenti, i movimenti. O forse lo sono sempre stati.
E pur se esser soli è totalmente appagante, stare insieme è giusto. È casa. Ovunque. Anche chieder scusa è semplice, forse per la prima volta. Ebbene, non è troppo bello per essere vero. E nemmeno romanticismo da finzione letteraria. È una possibilità che la vita concede a chiunque, scoccando la proverbiale scintilla che innesca un fuoco percepito come sacro. L’essenziale, poi, è non consentire a nulla e a nessuno di distrarci dal mantener la fiamma ardente.