Scopri il nuovo Superbonus Ristretto: l’agevolazione imperdibile con tetto di reddito per dare vita ai tuoi progetti di ristrutturazione domestica.
Il nuovo Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), con uno speciale capitolo dedicato ai fondi aggiuntivi del Repower Eu, sta per portare una ventata di novità nel panorama degli incentivi per la casa. Una delle stelle di questo spettacolo è il nuovissimo Superbonus al 90%, destinato in modo particolare ai redditi più bassi. Ma attenzione, il contributo straordinario per le ristrutturazioni non scompare del tutto; al contrario, fa il suo ritorno con regole più rigide ma sempre in vigore.
Le risorse messe in gioco sono niente meno che 1,38 miliardi, all’interno del massiccio stanziamento di 4 miliardi destinati agli interventi privati per l’efficienza energetica. Ma non è tutto: ci sono anche oltre 3,5 miliardi destinati alle maxi-ristrutturazioni degli edifici pubblici. In totale, il nuovo capitolo del PNRR, che attinge dai fondi del RepowerEu e include anche risorse per il post alluvione in Emilia Romagna, ammonta a una cifra impressionante di 21,3 miliardi.
Il nuovo Superbonus al 90% sta facendo gola a molti, ma chi potrà beneficiarne? Le prime indicazioni suggeriscono che potrebbe essere rivolto alle famiglie a rischio di povertà energetica e ai giovani.I vantaggi potrebbero tradursi in una creazione di ben 15mila-20mila nuovi posti di lavoro nel settore delle ristrutturazioni, con la possibilità di riavere gli sconti in fattura. Mentre il Superbonus 2.0 si fa strada, il piano di ristrutturazione degli edifici della Pubblica Amministrazione si prepara a entrare in scena, potenzialmente nel corso del 2024 o forse all’inizio del 2025.
Gli interventi coinvolgeranno una vasta gamma di strutture, tra cui centri sportivi, edilizia residenziale pubblica, luoghi culturali, ospedali, caserme, scuole, università, chiese e persino i grandi condomini delle case popolari. Tuttavia, la proroga del Superbonus al 110% sembra allontanarsi, e il conto per lo Stato continua a crescere, superando i 92 miliardi a ottobre. La modalità di finanziamento potrebbero subire una svolta, con i lavori che non verrebbero più supportati dalle detrazioni fiscali, ma piuttosto sarebbero gestiti direttamente dalle Esco, le società specializzate nel settore energetico. Inoltre, sarà necessario un accordo con un partner operativo, da individuare dal governo, per coordinare l’intero processo.
Se il meccanismo entrerà in funzione nel 2025, l’aliquota dell’ecobonus potrebbe essere del 60%, secondo le decisioni dei governi Draghi e Meloni. Entro il 2024, il governo dovrà definire con precisione il meccanismo finanziario, i criteri di intervento e selezionare un partner per la gestione delle risorse. Queste ultime saranno poi affidate alle Esco, ma, secondo le direttive di Bruxelles, la decisione finale sugli investimenti da finanziare dovrà essere presa da un comitato con membri indipendenti dal governo.
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