La legge di Bilancio 2024 mette un freno alle uscite anticipate dal lavoro: dal prossimo anno sarà più complicato andare in pensione prima.
L’attuale situazione sociologica ed economica del nostro Paese rende impossibile agevolare le misure di prepensionamento. Dunque dal prossimo anno aspettiamoci pesanti penalizzazioni per chi vorrà uscire dal lavoro con qualche anno di anticipo.
Questa riforma delle pensioni, per ora, non si ha da fare e non si farà. Eravamo tutti in fervente attesa di una riforma che cancellasse la legge Fornero e facilitasse le uscite anticipate dal lavoro. Infatti, Governo e sindacati sono sempre stati d’accordo nel dire che la legge Fornero ha alzato troppo l’asticella dell’età pensionabile e ha fatto aumentare la disoccupazione tra i giovani.
Ma non si può non tenere conto della situazione critica che l’Italia sta vivendo: casse dello Stato con risorse finanziarie insufficienti e fortissimo calo delle nascite. In siffatto contesto l’unica cosa che si poteva fare era riconfermare la Fornero anche per il 2024 e mettere i bastoni tra le ruote a chi cercherà di andare in pensione prima.
Pensioni 2024: cosa cambierà
Inutile negarlo: dal 2024 andare in pensione con qualche anno di anticipo non sarà facile e soprattutto non sarà conveniente. Quota 103 sarà riconfermata ma le penalizzazioni saranno davvero pesanti.
Nel 2024 ritroveremo tanto Ape sociale quanto Opzione donna e Quota 103. Quest’ultima misura di prepensionamento sarebbe dovuta essere sostituita da Quota 104 ma, alla fine, il Governo ha deciso di rifinanziarla. I requisiti d’accesso resteranno gli stessi che già conosciamo: 62 anni di età e almeno 41 anni di contributi. Cambierà però la soglia massima dell’assegno previdenziale: se nel 2023, con Quota 103, la pensione non può superare di 5 volte l’importo del trattamento minimo dell’Inps, nel 2024 non potrà superarlo di 4 volte.
Inoltre, dal 2024, gli assegni pensionistici di chi sceglierà di accedere alla pensione anticipata con Quota 103, saranno interamente ricalcolati con il sistema contributivo provocando perdite di circa il 16% sulla pensione mensile. Anche andare in pensione con Opzione donna sarà più difficile in quanto l’età pensionabile passerà da 60 anni a 61 e, anche in questo caso, l’assegno previdenziale sarà interamente ricalcolato con il sistema contributivo.
Per quanto riguarda Ape sociale cambierà poco: l’età pensionabile passerà da 63 anni a 63 anni e 5 mesi. Tuttavia è stata ridotta la lista delle mansioni gravose che danno diritto all’accesso alla pensione con questa misura. In ogni caso, da sempre, con Ape sociale la pensione non può mai superare i 1500 euro al mese finché il soggetto non compie 67 anni. Inoltre Ape sociale non prevede tredicesima né quattordicesima né rivalutazione annua.
In poche parole il Governo Meloni cerca di disincentivare le uscite anticipate di massa dai luoghi di lavoro. Anche perché, con il crollo delle nascite che ha colpito l’Italia, il rischio è che nei prossimi anni il rapporto tra lavoratori e pensionati- che dovrebbe essere di 2 a 1, possa arrivare ad essere di 1 a 1.