Categorie: Salute

Suoni durante il sonno, i vantaggi incredibili per i bambini: ecco come aiutano i nostri figli

Un nuovo studio ha dimostrato che i bambini che ascoltano suoni mentre dormono hanno dei vantaggi davvero strabilianti durante l’apprendimento.

La fase dello sviluppo nei bambini è così delicata, che non è sempre chiaro o ancora intuitivo scegliere cosa sia meglio per i nostri i figli. Va da sé quindi che col tempo e con sempre più nuove consapevolezze, la scienza o ancora la pedagogia hanno fatto dei notevoli, nonché superlativi, passi avanti rispetto a soli 50 anni fa, quando i modelli educativi e comportamentali erano tanto naturalmente quanto culturalmente altri.

Un nuovo studio ha evidenziato i benefici dell’ascolto passivo sui bambini – Ilciriaco.it

Se però si sono spesi fiumi di inchiostro prima e numero di battute poi sulla formazione e sul benessere dei bambini fin dai primi anni di vita, il sonno è sempre stata una sorta di zona grigia delegata principalmente al genitore e al modo più congeniale di crescere ed educare un figlio. Tuttavia negli ultimi anni anche il riposo dei più piccoli ha acquisito sempre più rilevanza.

E in tal ottica, un recente studio pubblicato su Cerebral Cortex ha analizzato per la prima volta il ruolo di brevi segnali sonori ascoltati passivamente durante il sonno dai bambini arrivando a delle conclusioni davvero strabilianti sullo sviluppo delle capacità linguistiche dei più piccoli.

L’importanza dell’ascolto passivo durante il sonno: cosa è emerso dalla ricerca

Per quanto non possa sembrare rilevante, in realtà anche l’ascolto passivo gioca un ruolo chiave nello sviluppo del bambino sin dalla tenera età.

L’ascolto passivo può giocare un ruolo chiave nell’apprendimento del linguaggio – Ilciriaco.it

Stando, infatti, a quanto è emerso dalla ricerca, basterebbero delle brevi transizioni acustiche – stiamo parlando di pochi decimi di millisecondi – per facilitare non solo l’elaborazione del linguaggio, ma anche la formazione e il rafforzamento delle connessioni neurali.

Nello specifico, oltre a totalizzare un punteggio migliore sul linguaggio, i bambini tra i 12 e i 18 mesi di età esposti per sei settimane a una serie di suoni non linguistici ascoltati passivamente durante il sonno, rispetto ai loro coetanei erano in grado di identificare e distinguere le sillabe in modo più preciso.

Si tratta di un’alternativa più semplice ed economica che permette ai genitori di supportare lo sviluppo a casa“, ha spiegato April Benasich, una degli autori dello studio, come riportato da ‘Focus‘. Ma non solo. Grazie all’ascolto passivo, infatti, i bambini ad alto rischio di sviluppo di problemi del linguaggio possono “essere curati in modo accessibile in clinica o in studi pediatrici“, sfruttando una nuova quanto immediata forma di “educazione” accessibile davvero a tutti.

Karola Sicali

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