I frutti di mare si possono mangiare durante la dieta? Ecco cosa dice la nutrizionista su questo tipo di alimento.
Seguire una dieta per perdere peso a volte può essere davvero molto complicato, anche perché non si sa mai quali alimenti si possono mangiare e quali cibi invece sarebbe meglio evitare. Chiaramente tutti sappiamo che sarebbe meglio mangiare verdure, frutta e legumi anziché dolci, zuccheri e carboidrati, ma ci sono diversi cibi sulle quali c’è tanta ambiguità: per esempio i frutti di mare.
In generale le ricette a base di pesce sono comunque più salutari e più adatte alla dieta rispetto a quelle a base di carne, ma bisogna comunque specificare le dovute eccezioni. Il pesce azzurro è sicuramente molto leggero e salutare, ma i frutti di mare chiaramente sono molto diversi, sia ovviamente a livello biologico, ma anche da un punto di vista alimentare.
Frutti di mare a dieta: ecco cosa dice la nutrizionista
I frutti di mare chiaramente sono un vasto gruppo che comprende i molluschi bivalvi, come cozze, vongole, telline, capesante, ostriche; a volte vengono inseriti in questo gruppone anche i crostacei come gamberi, astici, aragoste, granchi e mazzancolle.
Anche in questo caso c’è bisogno di fare una differenza tra molluschi e crostacei, dato che sono due categorie completamente diverse.
La biologa nutrizionista Ester Brucci ha specificato che molluschi e crostacei contengono valori nutrizionali differenti: i primi contengono pochi grassi, mentre i secondi contengono più grassi e più omega 3 come per esempio i pesci. Inoltre, i molluschi sono ricchi di sali minerali, quali lo iodio, mentre i crostacei hanno al loro interno un eccessivo apporto di sodio.
Un particolare che fa tutta la differenza è l’apporto calorico: sia per quanto riguarda i molluschi che per i crostacei ci sono davvero poche calorie in gioco e dunque sono adatti alla dieta. Chiaramente, come per tutti gli alimenti, non bisogna mai esagerare ed è necessario mangiarli con parsimonia e, soprattutto, in tutta sicurezza.
I frutti di mare crudi, per esempio, possono causare infezioni e inoltre sono allergeni: dunque sono sconsigliati per i bambini al di sotto dei tre anni e soprattutto per le donne in gravidanza e in allattamento. Lo iodio in essi aiuta il corretto funzionamento della tiroide, ma non sono molto adatti a chi soffre di ipertiroidismo.