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Evadere i momenti positivi e le emozioni: cherofobia, la paura di essere felici

Una vera e propria paura quella di avere una vita soddisfacente, di essere felici e vulnerabili allo stesso tempo: ecco di che cosa si tratta 

Non tutti sarebbero “felici di essere felici”. Al di là di quello che può sembrare un banale scioglilingua, si tratterebbe di una problematica che riguarderebbe la paura di poter provare emozioni positive.

Cherofobia, ecco cos’è – ilciraco.it

Essere in una condizione di contentezza, di appagamento potrebbe non essere proprio cosa gradita e giusta per tutti. Anzi, si tratterebbe per alcune persone di una vera e propria fobia che prenderebbe il nome di cherofobia.

Quest’ultima non sarebbe altro che una vera e propria avversione verso tutto ciò che comporta felicità. Gli individui che soffrono per questa paura eviterebbero ogni situazione di sana felicità. Tutto avrebbe origine da una credenza ben precisa che pone radici nella propria mente andando a plasmare negativamente le persone.

Ecco perché non ci si lascia andare: la paura è quella di non poter essere più felici

Un soggetto cherofobico è quello che non si impegnerebbe nella vita per poter raggiungere la felicità. Potrebbe sembrare un controsenso, visto che lo scopo di tantissime persone sarebbe proprio quello di virare verso la strada della felicità.

Cherofobia, la paura di essere felici – ilciraco.it

Non tutti la penserebbero così, soprattutto coloro che soffrono di cherofobia, la paura di essere felici. La causa risiede nella assurda credenza che, dopo un periodo di felicità, sussegua uno di sciagure, di atroci sofferenze.

Come se tutto avesse un prezzo e la felicità ne avesse proprio uno altissimo. Le persone cherofobiche non si lasciano trasportare dai successi lavorativi, non sono capaci di vivere una relazione e di coronare magari il sogno di una coppia di convolare a nozze, avere un bambino.

Il cherofobico non si concede mai, non si lascia trasportare da quella che crede solo felicità pronta ad aprire le porte della sofferenza. Non vi sarebbe una causa ben precisa scatenante tale fobia. Di sicuro alcune circostanze potrebbero fare la differenza, ad esempio avvenimenti funesti, come la perdita di un familiare o di un caro amico.

Quando si subisce un lutto, soprattutto in una fase felice della vita, si tende poi a vedere l’esistenza con occhi diversi e viverla con una predisposizione di assoluta negatività. Per questo bisognerebbe cercare davvero una causa specifica e propria che abbia potuto portare a questa conclusione e superare la paura. Lo si può fare con l’aiuto di uno specialista e di una terapia cognitiva ad hoc che possa davvero mettere fine a quella che sembra la fobia più triste di tutte.

Guendalina Bonito

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